L’italia è un paese in bilico, e fa paura decidere ogni giorno di rimanere e costruire. Siamo anche così pieni di iniziativa, così svegli che forse possiamo fare davvero cose grandi, assieme o l’uno contro l’altro non importa, perchè l’economia (o più concretamente il mercato) è impietosa.
Vi racconto la storia di un fallimento collettivo: il paesino dove ho vissuto da bambino si chiama Tabiano Terme, e come dice il nome, ci sono le terme. C’è anche una particolare acqua fossile piena di zolfo che si usa per curare tanti disturbi. Le terme sono l’unica economia di Tabiano, lo sono da almeno 100nt anni, e dal 1981 le presenze negli hotel sono in calo costante. La crisi a Tabiano non è una novità, e non c’entrano le speculazioni sui mutui americani. Negli ultimi 50nt anni per la precisione, l’idea di “terme” è cambiata: prima era un interesse statale, cioè si fornivano le cure gratis ad anziani e bisognosi, già incluse nella “mutua”, e servivano anche allo stato per prevenire le costose cure mediche per i malati cronici. Oggi le terme sono viste come un’attività 100% estetica, e mentre negli anni ’90 sono state “solo” escluse dalla mutua, ora i centri benessere sono tra i segnali principali dello “spesometro” per individuare i famosi “falsi poveri”, cioè quelli che evadono le tasse e poi vanno in vacanza tutto l’anno. E cosa c’entra col SEO? Aspetta un minuto e te lo racconto.
Durante tutti questi anni, diciamo dal 1970 a Salsomaggiore, la densità di hotel rispetto alla popolazione è stata circa 20 volte rispetto alla densità degli Hotel di Las Vegas rispetto ai loro abitanti. Per capirci, su nemmeno 17.000 cittadini, siamo arrivati ad avere fino a 430 hotels. E questi hotel oltre a lavorare in un mercato “drogato” dalla mutua, si pure sono fatti la guerra, fin da quando io ricordi. Una guerra silente, fatta di spionaggi e contromosse con investimenti strumentali. Un hotel faceva la piscina, entro qualche anno anche gli altri la facevano. Un hotel faceva il centro benessere, entro qualche anno gli altri partivano coi lavori. E così via per ristorante, sale congressi, servizi. Ognuno ha re-investito nel suo hotel, facendo piccole piscine ridicole, piccole sale convegni senza internet, piccoli ristoranti con cuochi incazzati (ma quelli si incazzano lo stesso, guarda Gordon Ramsey!). Ci sono perfino due associazioni degli albergatori, in costante disaccordo, sia sulla politica che sugli investimenti comuni. Ad oggi non abbiamo ancora un sito decente, e gli hotel lasciano almeno il 30% dei ricavi ad aziende tipo booking o expedia… così, solo per autopunirsi dell’incapacità ad andare d’accordo e costruire un sito unico che spezzi le reni a questi tour operator stranieri. Ma no, ognuno ha preferito fare il suo piccolo sito internet, e gestire la concorrenza come se pestando i piedi al vicino le possibilità di sopravvivenza fossero superiori.
Sapete chi ne ha sofferto? I clienti.
Pensate che figata se a Tabiano gli albergatori avessero messo tutti i soldi che hanno buttato nelle loro pozzanghere ridicole chiamandole “piscine”… in un mega centro acquatico, magari al centro del paese. Pensate che figata se avessero chiuso tutto il centro al traffico e l’unico modo di spostarsi fosse stato un piccolo pulmino gratuito per tutti i clienti e cittadini. Pensate se anzichè parlar male dell’hotel accanto, si fossero specializzati ognuno in una pietanza, un ristorante di pesce, uno giapponese… due o tre emiliani tipici, e gli albergatori fossero andati loro stessi a mangiare dalla concorrenza quando c’era voglia di qualcosa di diverso. Pensate se anzichè pagare oguno il suo inutile bagnino, gli albergatori si fossero messi daccordo per organizzare un bel corso diverso tutti i mesi, prima yoga, poi judo, poi pilates, poi corsi di cucina… E se piuttosto che sentirsi come 400 padroncini di casa, si fossero visti come 400 impiegati… della stessa azienda? Il “prodotto” Tabiano Terme sarebbe rimasto splendido in confronto alle miriadi di Chianciano, Saturnia, Sirmione. I clienti “scontenti” di un hotel, avrebbero potuto provarne un altro, in cui sarebbero stati accolti col sorriso piuttosto che con l’inutile fierezza dell’aver “rubato” un cliente alla concorrenza. Concorrenza di cui parlar sempre male, ovviamente, a scapito dell’idea che ogni persona si sarebbe poi fatta dell’intero paese di Tabiano Terme.
Invece siamo nel 2012, e in media chiudono uno o due hotel ogni anno. Ogni hotel che chiude è un pugno nello stomaco a tutti gli altri, che lo guardano invecchiare e imbruttursi tra le erbacce anno dopo anno. Ora gli hotel degli anni ’60 costano come un appartamento in città… solo una decina d’anni fa si parlava di “miliardi di lire” per ogni hotel, ma senza persone, senza clienti… i mattoni non hanno nessun valore.
Questi campanilismi miopi li conosciamo bene, e sono tipici della nostra Italia dei “comuni”, così come alle assemblee condominiali il tizio del primo piano si oppone al progetto per un nuovo ascensore, e poi lo userà di nascosto per portar su quel pesante comò della zia ida.
La novità non è tanto nei comportamenti umani, più o meno sempre quelli da quando abbiamo iniziato a scrivere e ad avere così una memoria collettiva circa 20.000 anni fa. La novità è che tanti piccoli egocentrismi in disaccordo riescano a far fallire qualcosa di più grande di loro, un intero paese. Il disaccordo è stato come un piccolo tumore, cresciuto a dismisura portando solo caos. E tra tutto il rumore è cresciuto e sbocciato solo il default. C’è chi dice che i tumori siano un anticorpo della natura per liberarsi di noi che la stiamo distruggendo, noi piccoli esseri umani irrispettosi del verde, degli animali e degli equilibri dell’ecosistema in cui siamo ospiti.
Gli albergatori di Tabiano erano illusi che il piccolo hotel del quale erano gli unici padroni sarebbe bastato per sopravvivere alle difficoltà del “periodo”. Eppure era chiaro che non si trattava di nessun “periodo”, era un’autodistruzione. E col paese fallito, nessuno è oggi grande e bravo abbastanza.
Noi SEO oggi in italia godiamo di un mercato nuovo in costante espansione, e crediamo di poter sopravvivere da soli, per sempre. Organizziamo i nostri corsi e parliamo male degli altri senza nemmeno conoscerli. Crediamo di essere i “soli” a saper fare un buon lavoro. Abbiamo dei blog per convincere i clienti e i motori di ricerca, nessuno ammette di essere in difficoltà. Va sempre tutto così bene?
15 anni fa ho deciso che non avrei voluto fare la “fine” degli albergatori di Tabiano e vedere in un contesto completamente diverso le stesse dinamiche mi ha fatto pensare. Tra l’altro, al nostro mercato non servono anni di costante declino, siamo più dinamici, come si cresce in fretta, si potrebbe crollare altrettanto bruscamente.
Update: ho scoperto solo oggi che gli imprenditori di Possagno sono riusciti a fondere un intero distretto produttivo in una
«Una fusione senza paracadute» la definisce Alessandro Vardanega, attuale presidente oltre che leader degli industriali trevigiani – «perché fin dal primo momento non ha preso in considerazione la possibilità di una via d’uscita o il passo indietro. Nessuno ha tenuto per sé un solo asset, nemmeno immobiliare: magazzini, crediti, impianti, fabbricati, personale, tutto è confluito in un’unica nuova realtà. Definitiva»
di Barbara Ganz – Il Sole 24 Ore