Cercasi template SEO Xhtml per WordPress

ciao ragazzi, mi dicono dalla regia che questo template fa schifo, manca di personalità. Già 4 anni fa avevo chiesto una mano per lo sviluppo del logo di goatseo, ma non era andata bene, intanto perchè il sito si chiama “goatse o” e non “goat seo” come molti immaginano.

Nell’attuale versione dello spelling ho diviso go da “at” (sostituendola con una @) e poi SEO, per evidenti motivi di posizionamento, ma diciamo che l’origine del nome è comunque la prima, cioè rifarsi al celebre meme ormai quasi dimenticato dell’internet di una volta, quando per capirci non si facevano “rickroll” e si andava direttamente sul pesante.

alla fine ho installato wp-bootstrap.

Le prerogative che deve avere un template SEO per wordpress secondo me sono:

  1. xhtml strict
  2. responsive
  3. un solo h1 in home
  4. h1 usati come titoli dei post nelle singole pagine (quindi anche la dentro ci va un solo h1 per ogni pagina, ed il logo scende ad h2 o h3)
  5. niente title sui link con aggiunte prolisse di wordpress (tipo “permanent link to Post_Name” )
  6. ultraleggero e già minimizzate le chiamate a css e JS
  7. possibilmente niente JS
  8. niente testo nascosto (niente display:none, niente margin negativi tipo -9999 ecc.)
  9. menu sotto al contenuto (a livello di “altezza” nel codice” )
  10. se è sviluppato su framework, il tema deve girare come child (perchè voglio poterlo aggiornare)
  11. in  generale il tema se basato su altri temi deve essere aggiornabile (quindi le modifiche al tema principale portate in “esterno”)

alcuni bonus

  1. template di pagina che escludano la sidebar (metti che devo fare una landing page) (come fa twentyeleven)
  2. stili css già pronti per fare bottoni e call-to-action
  3. bella gestione delle “post images” (come twentyeleven)
  4. meglio se si appoggia su temi autorevoli con aggiornamenti annuali

 

Come prendere (e convincere) un cliente nuovo

Perché mandiamo una marea di preventivi e pochissimi di questi funzionano? Siamo sicuri di saper fare il nostro mestiere, tuttavia il rapporto coi clienti è un lavoro a parte, che si può e si deve imparare. E quando capisci che per un cliente felice avere il lavoro fatto è solo metà della soddisfazione, hai fatto un passo avanti.

Ecco le mie 5 regole veloci per avere clienti soddisfatti da subito:

  1. alla richiesta di preventivo, mandarlo nel minor tempo possibile e completo di dettaglio delle voci (nel caso la redazione del preventivo richieda molto tempo, mandare nel minor tempo possibile una risposta veloce che spiega che vi siete presi in carico la sua richiesta).
  2. farsi dare i contatti per avere un incontro al telefono o diretto (questo da un po fastidio, però la gente ha bisgno di capire “che tipo siete” hanno bisogno di “innamorarsi” e di trovare un filone di fiducia.) Per quanto siate profondamente digitali, la fiducia è ancora analogica.
  3. al primo incontro presentati con parte del lavoro già svolto, prima ancora dell’accettazione del preventivo. (Questo mi ha convinto a scegliere il mio attuale notaio, il primo incontro non è obbligatorio che sia “fisico”, può anche essere una chiamata su skype) Questa parte soprattutto farà molto colpo, perchè darà l’idea che sei così preparato che svolgere una piccola ispezione per te è un impegno minimo… e soprattutto fa capire che ti piace il tuo lavoro (se non ti piace, pensa al goatse)
  4. quando vi viene chiesto spiegate ogni parte del preventivo nel dettaglio, mettete in chiaro quali sono le vostre responsabilità e fin dove arrivano quelle personali e quelle proprie della vostra professione (questo è stato ciò che mi ha fatto scegliere il mio commercialista attuale, nel momento in cui mi ha detto che si sarebbe preso carico di eventuali sbagli suoi, anche dal punto di vista economico).ricordatevi che la maggior parte delle persone cercano un professionista per delegare una parte dei lavori dei quali non riescono a prendersi la responsabilità diretta. Quindi è importante che la persona senta che voi siete in grado di seguire in autonomia tutti i dettagli e la progettazione del lavoro per cui sarete assunti.

Un cliente arriva di solito da 2 strade. O vi ha trovati su internet o ha conosciuto qualcuno che gli ha parlato di voi.

nel primo caso, quando vi trovano su internet queste 4 voci sono essenziali, c’è inoltre bisogno di essere veloci e pratici nella gestione del rapporto con la persona, piuttosto che dedicarvi alla sola “pratica” del mestiere vero e proprio. se le persone non hanno la sensazione che stiate facendo un buon lavoro, saranno scontente NONOSTANTE la qualità effettiva del vostro lavoro (e soprattutto nonostante quella che è la vostra idea di buon lavoro).

Se vi ha conosciuto perchè qualche vostro vecchio cliente gli ha parlato di voi, siete nel caso migliore e probabilmente non avete bisogno di leggere questa mini guida.

Se invece il cliente ve lo ha passato un vostro cliente o amico, siete in uno dei casi per me più difficili, dato che la fiducia iniziale di questo cliente deriva dal vostro contatto, e dovrete quindi fare piu fatica del solito per convincere la persona della vostra bontà. Appena posso rifiuto questo genere di richiesta o la passo ad altri colleghi. Quando non posso evitare di fare il lavoro per qualche amico o conoscente, se posso glielo regalo, se non posso dico “non posso”.

5- fail fast

Sapere dire “no” è una di quelle cose difficili da imparare, molto piu difficili del previsto. Ho perso buoni rapporti lavorativi proprio per la mia buona volontà che mi faceva accettare tutti i lavori per poi lasciarne indietro qualcuno. Piuttosto che lasciarli indietro, APPENA capite di essere in difficoltà e che non ce la fate, passate il lavoro a qualcun altro, non accanitevi, o meglio mettete in chiaro da subito che la vostra disponibilità di tempo è molto limitata, possibilmente dite anche la quantità di ore che avete a disposizione e sarà la persona a decidere se le basta questo tipo di supporto “spot” o se hanno bisogno di un rapporto più dedicato

checklist super-veloce di auto analisi

guardati dentro e chiediti:

  • sono… veloce?
  • sono… autonomo?
  • prendo… responsabilità?
  • ispiro… fiducia?

e ricordati che i soldi sono sempre una scusa 🙂 Comunque, attenzione: quando si fanno servizi gratis si trova spesso anche chi se ne approfitta, così come essendo troppo tolleranti si trovano anche molti che poi non pagano, in quel caso mi è stato molto utile chiedere ad un avvocato per mandare lettere di avviso a chi non paga.

Help?

L’italia è un paese in bilico, e fa paura decidere ogni giorno di rimanere e costruire. Siamo anche così pieni di iniziativa, così svegli che forse possiamo fare davvero cose grandi, assieme o l’uno contro l’altro non importa, perchè l’economia (o più concretamente il mercato) è impietosa.

Vi racconto la storia di un fallimento collettivo: il paesino dove ho vissuto da bambino si chiama Tabiano Terme, e come dice il nome, ci sono le terme. C’è anche una particolare acqua fossile piena di zolfo che si usa per curare tanti disturbi. Le terme sono l’unica economia di Tabiano, lo sono da almeno 100nt anni, e dal 1981 le presenze negli hotel sono in calo costante. La crisi a Tabiano non è una novità, e non c’entrano le speculazioni sui mutui americani. Negli ultimi 50nt anni per la precisione, l’idea di “terme” è cambiata: prima era un interesse statale, cioè si fornivano le cure gratis ad anziani e bisognosi, già incluse nella “mutua”, e servivano anche allo stato per prevenire le costose cure mediche per i malati cronici. Oggi le terme sono viste come un’attività 100% estetica, e mentre negli anni ’90 sono state “solo” escluse dalla mutua, ora i centri benessere sono tra i segnali principali dello “spesometro” per individuare i famosi “falsi poveri”, cioè quelli che evadono le tasse e poi vanno in vacanza tutto l’anno. E cosa c’entra col SEO? Aspetta un minuto e te lo racconto.

Durante tutti questi anni, diciamo dal 1970 a Salsomaggiore, la densità di hotel rispetto alla popolazione è stata circa 20 volte rispetto alla densità degli Hotel di Las Vegas rispetto ai loro abitanti. Per capirci, su nemmeno 17.000 cittadini, siamo arrivati ad avere fino a 430 hotels. E questi hotel oltre a lavorare in un mercato “drogato” dalla mutua, si pure sono fatti la guerra, fin da quando io ricordi. Una guerra silente, fatta di spionaggi e contromosse con investimenti strumentali. Un hotel faceva la piscina, entro qualche anno anche gli altri la facevano. Un hotel faceva il centro benessere, entro qualche anno gli altri partivano coi lavori. E così via per ristorante, sale congressi, servizi. Ognuno ha re-investito nel suo hotel, facendo piccole piscine ridicole, piccole sale convegni senza internet, piccoli ristoranti con cuochi incazzati (ma quelli si incazzano lo stesso, guarda Gordon Ramsey!). Ci sono perfino due associazioni degli albergatori, in costante disaccordo, sia sulla politica che sugli investimenti comuni. Ad oggi non abbiamo ancora un sito decente, e gli hotel lasciano almeno il 30% dei ricavi ad aziende tipo booking o expedia… così, solo per autopunirsi dell’incapacità ad andare d’accordo e costruire un sito unico che spezzi le reni a questi tour operator stranieri. Ma no, ognuno ha preferito fare il suo piccolo sito internet, e gestire la concorrenza come se pestando i piedi al vicino le possibilità di sopravvivenza fossero superiori.

Sapete chi ne ha sofferto? I clienti.

Pensate che figata se a Tabiano gli albergatori avessero messo tutti i soldi che hanno buttato nelle loro pozzanghere ridicole chiamandole “piscine”… in un mega centro acquatico, magari al centro del paese. Pensate che figata se avessero chiuso tutto il centro al traffico e l’unico modo di spostarsi fosse stato un piccolo pulmino gratuito per tutti i clienti e cittadini. Pensate se anzichè parlar male dell’hotel accanto, si fossero specializzati ognuno in una pietanza, un ristorante di pesce, uno giapponese… due o tre emiliani tipici, e gli albergatori fossero andati loro stessi a mangiare dalla concorrenza quando c’era voglia di qualcosa di diverso. Pensate se anzichè pagare oguno il suo inutile bagnino, gli albergatori si fossero messi daccordo per organizzare un bel corso diverso tutti i mesi, prima yoga, poi judo, poi pilates, poi corsi di cucina… E se piuttosto che sentirsi come 400 padroncini di casa, si fossero visti come 400 impiegati… della stessa azienda? Il “prodotto” Tabiano Terme sarebbe rimasto splendido in confronto alle miriadi di Chianciano, Saturnia, Sirmione. I clienti “scontenti” di un hotel, avrebbero potuto provarne un altro, in cui sarebbero stati accolti col sorriso piuttosto che con l’inutile fierezza dell’aver “rubato” un cliente alla concorrenza. Concorrenza di cui parlar sempre male, ovviamente, a scapito dell’idea che ogni persona si sarebbe poi fatta dell’intero paese di Tabiano Terme.

Invece siamo nel 2012, e in media chiudono uno o due hotel ogni anno. Ogni hotel che chiude è un pugno nello stomaco a tutti gli altri, che lo guardano invecchiare e imbruttursi tra le erbacce anno dopo anno. Ora gli hotel degli anni ’60 costano come un appartamento in città… solo una decina d’anni fa si parlava di “miliardi di lire” per ogni hotel, ma senza persone, senza clienti… i mattoni non hanno nessun valore.

Questi campanilismi miopi li conosciamo bene, e sono tipici della nostra Italia dei “comuni”, così come alle assemblee condominiali il tizio del primo piano si oppone al progetto per un nuovo ascensore, e poi lo userà di nascosto per portar su quel pesante comò della zia ida.

La novità non è tanto nei comportamenti umani, più o meno sempre quelli da quando abbiamo iniziato a scrivere e ad avere così una memoria collettiva circa 20.000 anni fa. La novità è che tanti piccoli egocentrismi in disaccordo riescano a far fallire qualcosa di più grande di loro, un intero paese. Il disaccordo è stato come un piccolo tumore, cresciuto a dismisura portando solo caos. E tra tutto il rumore è cresciuto e sbocciato solo il default. C’è chi dice che i tumori siano un anticorpo della natura per liberarsi di noi che la stiamo distruggendo, noi piccoli esseri umani irrispettosi del verde, degli animali e degli equilibri dell’ecosistema in cui siamo ospiti.

Gli albergatori di Tabiano erano illusi che il piccolo hotel del quale erano gli unici padroni sarebbe bastato per sopravvivere alle difficoltà del “periodo”. Eppure era chiaro che non si trattava di nessun “periodo”, era un’autodistruzione. E col paese fallito, nessuno è oggi grande e bravo abbastanza.

Noi SEO oggi in italia godiamo di un mercato nuovo in costante espansione, e crediamo di poter sopravvivere da soli, per sempre. Organizziamo i nostri corsi e parliamo male degli altri senza nemmeno conoscerli. Crediamo di essere i “soli” a saper fare un buon lavoro. Abbiamo dei blog per convincere i clienti e i motori di ricerca, nessuno ammette di essere in difficoltà. Va sempre tutto così bene?

15 anni fa ho deciso che non avrei voluto fare la “fine” degli albergatori di Tabiano e vedere in un contesto completamente diverso le stesse dinamiche mi ha fatto pensare. Tra l’altro, al nostro mercato non servono anni di costante declino, siamo più dinamici, come si cresce in fretta, si potrebbe crollare altrettanto bruscamente.

Update: ho scoperto solo oggi che gli imprenditori di Possagno sono riusciti a fondere un intero distretto produttivo in una

«Una fusione senza paracadute» la definisce Alessandro Vardanega, attuale presidente oltre che leader degli industriali trevigiani – «perché fin dal primo momento non ha preso in considerazione la possibilità di una via d’uscita o il passo indietro. Nessuno ha tenuto per sé un solo asset, nemmeno immobiliare: magazzini, crediti, impianti, fabbricati, personale, tutto è confluito in un’unica nuova realtà. Definitiva»
di Barbara Ganz – Il Sole 24 Ore