Vanità, penalità e obiettivi

Google ci vorrebbe tutti leader del nostro settore, ognuno bello, speciale ed originale… per avere l’imbarazzo della scelta. Mettere sotto processo chi scrive contenuti toglie l’attenzione da chi li mette in ordine di visibilità.

E se i contenuti contassero poco, sulla bilancia dell’algoritmo della visibilità?
E se il motore di ricerca non avesse idea di come distinguere tra un buon contenuto ed un contenuto il cui stile è buono?

il genere letterario dei furbetti

Senza sapere come, ho iniziato a scrivere come il lettore potrebbe cercare: dopo anni scrivendo a me stesso, avevo smesso per auto-sfinimento. Deluso dal silenzio che accompagnava le mie prime pubblicazioni. Nel 2006 ho incontrato Raffaele, che mi ha chiesto di fare 2 cose:

  1. studiare SEO
  2. studiare le persone che hanno bisogno dei nostri prodotti

Il punto di vista del pubblico dei motori di ricerca, è ristretto alla loro capacità immaginativa (puoi cercare solo ciò che puoi immaginare). Il nostro pubblico ha il paradosso della libreria invisibile, dove ciò che esiste è solo:

  • ciò che si trova
  • ciò che viene “sponsorizzato”

il problema della biblioteca invisibile

sacha sosno

Quando vuoi imparare qualcosa, cosa fai? O paghi l’esperto di turno o cerchi su internet, e:

  • cerchi su google (che essedo gratis può permettersi di sbagliare)
  • chiedi su facebook (un equivalente strano del “chiedere all’esperto”, con la differenza che dipende dalla qualità del network sociale a cui regaliamo il nostro tempo)
  • chiedi sui siti “verticali” (es. siti di Q&A, siti di annunci, forum, blog)

“Imparare” è una parola contenitore, ha più definizioni. Cumula in sè tanti significati, tanti usi, tante interpretazioni. L’istinto ci guida nell’utilizzare il “senso” della parola imparare più utile nel contesto in considerazione. Lo stesso istinto ti fa capire cosa significa “imparare”, tuttavia se vi chiedessi di dare la vostra definizione del termine, sarebbero tutte diverse l’una dall’altra (se volete fare un esperimento mandatemi una mail, o scrivere un commento con la vostra definizione).

Comunque, divagazioni a parte, diciamo che vuoi imparare questo qualcosa, e… Ti affacci sull’immensa mole di informazioni pubblicate: cosa troverai? Il brano piu completo? no. La migliore guida su ciò che vuoi imparare? forse no.

Ciò che invece leggerai è il brano col titolo più accattivante. Inoltre, dopo che hai trovato un contenuto “degno” di essere letto, il vero problema nel trovare informazioni adeguate sta sul tuo secondo click, quello di approfondimento e che dovrebbe aiutarti ad accedere all’informazione che ti manca.

siti come negozi e negozi come labirinti

Vi sarà capitato di non trovare qualcosa all’Ikea, e di uscire avendo comprato un oggetto inutile. In un certo senso, Ikea vi ha insegnato come si sta al mondo, mercificando i vostri desideri e soprattutto dando una forma ai vostri pensieri.

labirinto ikea

Il visitatore del sito internet quando arriva passando dal motore di ricerca si trova “catapultato” in un punto del nostro “negozio” e da lì, senza spiegazioni, deve trovare la sua strada d’uscita, possibilmente trovando qualcosa di valore prima di deprimersi, se ci sono vetrine e mappe per orientarsi, meglio, se non ci sono amen.

Ps: qui c’è lo studio completo sulle dinamiche di una visita in un grande negozio fisico.

Durante la sua visita, l’obiettivo del visitatore si è intersecato con gli obiettivi di chi scrive il sito?

Link di approfondimento

Leggendo un autorevole articolo su internet vorremmo fare 2 cose:

  • trovare subito ciò che ci serve
  • smettere di leggere il prima possibile

Ciò è possibile solo conoscendo in anticipo le “primitive” necessarie alla comprensione del brano, anche detti “concetti archetipici”. E’ difficile capire le intenzioni degli utenti, anche per Google: ha però un forte alleato dalla sua parte, i grandi numeri.

Secondo me il primo SEO della storia moderna è stato Dale Carnegie, col suo immenso “Come trattare gli altri e farseli amici” ha dato il via ad un nuovo genere letterario: scrivere per essere trovati.

Scrivere risolvendo una necessità dell’utente, oltre che utile ai motori di ricerca, è utile anche se si vuole ottenere traffico dai motori di ricerca. Su internet sono tempi duri per scrivere con una motivazione diversa dalla vendita. Martino potrebbe obiettare che al mondo ci sono cose impossibili da comunicare con l’alfabeto dell’economia, tutte queste cose sono diligentemente archiviate nella biblioteca invisibile.

Regole, punteggi e penalità

Le regole di Google sono mutevoli e spesso misteriose. I punteggi che ci assegna sono pubblici ma mutevoli, le penalità che da ai siti sono private, ma fanno scalpore.

Non potendo prevedere i cambi di questa cortina fumogena quando perdi di vista il tuo obiettivo, probabilmente il bersaglio sei tu. Google ti abbassa la posizione, perché conviene far salire altri siti al tuo posto.

Professionisti in “furbizia”?

Ogni tanto, ancora oggi, qualcuno scherzando mi chiama “il mago di google”, un po’ prendendomi in giro ed un po’ perché in fondo, nonostante il nostro lavoro abbia cambiato molti cappelli quell’alone di mistero che richiede di stemprare il discorso aggiungendo una battuta, ancora è rimasto. La realtà però è una sola:

Google prende tutti a pesci in faccia

La vera domanda facendo SEO è: come prendere pesci in faccia, con stile? I clienti si aspettano da noi che teniamo duro. Cadiamo e ci rialziamo e facciamo tutte quelle cose che ci rendono uomini degni di questo nome, eppure… prima o poi saremo dietro ad altri, inseguendo.

Per quanto tempo si possono prendere pesci in faccia da Google prima che il cliente cambi SEO? Questo ovviamente dipende dalla grandezza dei pesci, dalla forza con cui vengono tirati e dalla fiducia che viene riposta in noi. Un esempio pratico: prima di tornare a galla dopo una penalità possono servire anche mesi… questo tempo ci verrà pagato dal cliente? Avendo una penalità da qualche parte il sito sta perdendo ricavi…

pesce in faccia

Fiducia, pesci in faccia ed autostima sono 3 facce della stessa medaglia

A volte è importante cambiare strategia, altre volte dobbiamo studiare i competitor. Impariamo qualcosa da quei pochi segnali che abbiamo a disposizione, cerchiamo di replicare quelli migliori. A volte ci fermiamo a riflettere, ed in quel momento arriva un nuovo pesce in faccia. Quindi perché ci siamo fermati?

Cosa aspettavamo durante i rari momenti di silenzio, l’illuminazione forse, eppure sono arrivati solo loro, altri pesci.

tropppo pesce

In poco tempo la mole di pesce diventa troppa per una sola persona. Entrano in campo amici, gruppi d’aiuto, conoscenti, i corsi… forse anche gli psicologi e tutto questo è inutile senza che sia prima abilitato dalla fiducia, cioè reso credibile. Non importa guardare sullo schermo le righe di Analytics che si alzano o si abbassano, è importante sapere se chi ci parla ci racconta qualcosa di vero, qualcosa che è successo e del quale è stata capìta la causa, o almeno, la causa più probabile.

Il problema con le probabilità è che sono molto potenti all’interno delle teorie quantistiche, che hanno una capacità previsionale altissima. Il problema con le teorie quantistiche è che ad una prima lettura sembrano sempre una supercazzola.

La guida interiore del SEO

Dopo decine di guide seo, di lezioni, di domande tipo “cos’è sto seo?” e “ma quindi tu inganni google?” e persino 9 anni passati a fare praticamente solo ottimizzazione… è arrivata l’ora di svelarne l’ultimo trucco.

Non si tratta della combinazione semantica più alla moda, non è un link dalla home di google.com, non riguarda la ricerca degli intenti del navigatore, né riguarda la frequenza di rimbalzo, la notorietà del brand, non cambierebbe nulla pur avendo CTR 100% in SERP e soprattutto almeno questa volta, è alla portata di tutti.

Non lo insegnano all’Università (anche se ai corsi che terrò proverò a parlarne) e tutti i migliori SEO ne sono al corrente da sempre. Non servono particolari tools o strumenti seo, è una cosa che si fa anche senza esperienza, anche senza ottimizzare nulla.

fish seller

Trovare il generatore

In pochi sanno di avere un generatore d’emergenza. Al contrario di come sembrerebbe dal nome, non genera un’emergenza, bensì fa fronte ad una carenza d’energia: tipica situazione che si verifica in un momento grigio della vita, quando l’energia è già stata spesa in qualcosa che… ieri sembrava importante.

I momenti grigi arrivano anche quando si fallisce su più fronti contemporaneamente, ed il nostro buonsenso ci chiede di rivalutare il modo in cui troviamo soluzioni e risolviamo problemi.

rebus

In questi momenti prendiamo pesci in faccia come se piovesse pesce senza sosta (la famosa pioggia d’orata). Quando siamo sepolti vivi dal pesce, ci sono 2 cose da fare:

  1. mangiare sushi
  2. vendere sushi

cioé possiamo trarre profitto da ciò che ci è capitato casualmente, oppure possiamo cercare di farlo capitare ad altri, facendoci pagare.

E quando il pesce finisce? (cosa che tra l’altro sta succedendo in tutti gli oceani ed i mari a causa dell’inquinamento e della pesca intensiva ed a strascico).

Quando il pesce finisce bisogna mangiare i frutti di quello che abbiamo seminato l’anno scorso. E se l’anno scorso avete seminato male sarà difficile raccogliere qualcosa. E ora tenetevi forte perché se con la metafora del pesce e col link al Guardian avete iniziato a non capirci più nulla, col prossimo capitolo andremo oltre, servirà spegnere il giudizio.

e accendere il generatore d’emergenza

Ora ipotizziamo che sia il 31 dicembre. Avete trascorso un anno pèssimo, rincorrendo i vostri fantasmi, in compagnia di soli vizi e vanità. Vi sentite vuoti, e avreste voglia di farvi una solenne promessa per l’anno nuovo: mai più questo vizio, mai più questi indugi. Festeggiate gioiosamente la vostra promessa.

Diciamo che il vostro 31 dicembre è finito, e ora è arrivato il 1° gennaio. Che si fa? Da dove si riparte? Pulendo i resti della festa di ieri sera, o tornando a letto rimandando le promesse al 2 gennaio?

Pulire gli avanzi delle feste, specie quando sembrano feste altrui, è una di quelle sensazioni che rendono quasi impossbile accendere l’interruttore del nostro generatore d’emergenza. Nemmeno lo troviamo! È nascosto da tonnellate di spazzatura caotica, mettiamo in ordine un angolo di casa e ci sembra tutto come prima, è così tanto il caos rimasto. Pensare un metodo per ritrovare il filo dell’ordine sembra una follia. Questo perché la festa, per essere tale, deve dimenticare le regole dell’ordine, deve rompere ogni regola, deve farci bere fino a passare il limite e mangiare fino a quando il senso di sazietà è dimenticato ed il corpo ingurgita per pura gola, ed il limite della stanchezza è sostituito dalla presenza di adrenalina.

Mettere a posto un sito che tenta di vendere un prodotto mediocre usando html sporco, profilo di link inconsistente, contenuti minimi, struttura caotica… è proprio come mettere a posto casa dopo la festa, il giorno dopo.

Quella stessa adrenalina che ci fa vivere con intensità fino alle 3 del mattino, il giorno dopo sembra il cratere scavato da un asteroide.

  1. C’è chi per superare gli ostacoli del giorno delle promesse si riempie di altre promesse, fino a quando un giorno normale diventa così carico di aspettative da diventrare un giorno incredibile, a sua volta pieno di adrenalina.
  2. C’è chi acquisisce un metodo per “mettere poco in disordine” durante le feste, e chi addirittura evita le feste avendo paura di dover mettere a posto.
  3. C’è chi cambia casa piuttosto che rimettere in ordine.
  4. C’è chi non tocca nulla e si abitua a vivere nei resti della festa di ieri, che è diventata quella dell’altro ieri.
  5. C’è chi si fa pulire la casa da altri, e chi ha la donna delle pulizie.
  6. C’è chi scrive un libro sulle tecniche per mettere ordine in casa senza toccare mai scopa, spugna o paletta.
  7. C’è chi la sera prima ha meticolosamente etichettato ogni oggetto di casa con le coordinate per rimetterle nel posto giusto nel minor tempo possibile.
  8. C’è chi si sveglia con un pesce nel letto.
  9. C’è chi comincia bene ma quando viene disturbato perde il “filo”.
  10. C’è chi non va a letto fino a quando non ha messo a posto tutto, non ce la fa, crolla sul divano e si sveglia a mezzogiorno del 2 gennaio con mezza casa pulita e mezza sporca.
  11. C’è chi rimanda l’inizio delle pulizie aspettando “l’umore giusto”.
  12. C’è chi non si fa aiutare da nessuno e considera il fatto di mettere a posto come una punizione divina.

Igiene mentale, metodo, ordine: tutto si trasforma in una sequenza di azioni riassumibile in un’immagine:

want-vs-ent

E se tutto fosse una metafora del lavoro, di certo non ci si “sveglia” senza prima aver trovato la propria “zona“. Quel luogo mitologico dove le cose si compiono e la mente ha il suo spazio per respirare (se ne parla anche in questo bel documentario).

e dove sta la “zona” nel SEO? Se c’è una materia caotica e misteriosa è proprio la SEO.

La macchina che impara… a predire il futuro

Nel 2009 gli zii di Google cercavano di insegnare al loro robottino un metodo intelligente, autonomo e scalabile di imparare. La grandezza del web sarebbe diventata un’importante risorsa, appena colmate le differenze semantiche presenti tra le varie lingue (e soprattutto il fatto di dare valore alla scarsità di link tra contenuti di diversa lingua). Risolti statisticamente i problemi di comunicazione tra razze, costruito l’acquario di test e registrato un brevetto sull’applicazione di modelli quantistici previsionali su cosa si parlerà nella prossima discussione (e molto altro che ignoro)… sembra ci resti solo da aspettare qualche anno, e poi finalmente avremo la risposta finale. La cosa interessante del futuro è che diventa facile da prevedere se riguarda le necessità degli esseri umani: sono le stesse da quando abbiamo iniziato a definirci uomini. Le necessità umane applicate ai singoli “settori” di interesse umano, quelle possono essere una sfida risolvibile con adeguati livelli di complessità analizzabili.

in conclusione: da spazzatura a risorsa

Il processo mentale che serve per accettare il pesce in faccia quotidiano e farlo diventare un pesce commestibile o tutto sommato vendibile è simile al processo della trasformazione dei rifiuti in risorse: tutti ne parlano, pochi lo sanno fare. Questo perché spesso la trasformazione richiede il coinvolgimento di settori adiacenti, nei quali si ha poca/nulla influenza.

L’ordine è un processo dinamico. Le persone ordinate sono costantemente in fase di “riordino”, e tipicamente non si sentono particolarmente ordinate, anche se dall’esterno lo sono, eccome. Mettere le mani sul sito di una persona ordinata è 100 volte più facile, sia per gli ottimizzatori che per i motori di ricerca.

E non preoccuparti: ogni 3 pesci in faccia, almeno UNO è commestibile.

simone
appassionato di seo, linked open data e ambiente

4 Comments

  1. La metafora del pesce mi è piaciuta molto e direi che è molto realistica. Leggendo con attenzione e passione, ho potuto riflettere su un aspetto che da tempo mi accompagna nel lavoro, soprattutto adesso che lavoro quasi solo per me stesso, come ho ben specificato all’inizio del 2015 sul mio sito. Cioè che qualsiasi cosa fai, qualunque regola segui, ricette segrete non esistono. Prima o poi arriva il momento di prendere pesci in faccia. Oggi un bravo seo si distingue da quanto è abile a mangiare o vendere, parafrasando la tua analisi. Consiglio quindi a tutti, di non andare mai a cercare strane cause ne strani rimedi in situazioni difficili. L’unica grande cura è l’umiltà con una spruzzata di esperienza. Grazie Simone per questo tuo ennesimo grande contributo a chi da anni sta facendo la storia di un mestiere per certi versi meraviglioso. Chissà fra qualche anno saremo vecchi che diremo:”eeee non lo vuole fare più nessuno il seo”… e avremo difficoltà a lasciare un’eredità ai nostri figli, com’è successo al ciabattino, al fabbro, al muratore… lavori che oggi nessuno vuole fare e nessuno vuole imparare a fare… eppure c’è n’è ancora bisogno… ti abbraccio mio caro..

  2. Se Google continuerà a dare spazio solo ai siti ai quali “conviene” (esempio lampante: wikipedia), allora sì, in un futuro prossimo ci sarà ancora bisogno di noi, almeno per “difendere” gli interessi di qualche imprenditore con poca voglia di dar soldi direttamente a Google.

  3. Ciao Simone, lurko il tuo sito (anzi i tuoi siti :D) da sempre, o almeno da quando ho iniziato ad interessarmi alla SEO.
    Bella la citazione su Dale Carnegie, il suo libro ce l’ho in lista da tempo, ma c’è davvero tantissima roba interessante da leggere e continua ad accumularsi.
    Ho trovato anche un audio-book (in inglese): https://archive.org/details/HowToWinFriendsInfluencePeople
    Qua bisogna ottimizzare anche il tempo, oltre che i siti 😀

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