Come assumo un SEO, guida veloce

A volte chi compra SEO fa un’assunzione errata. Il cliente tende a confondere l’acquisizione di traffico con l’ottimizzazione. L’ottimizzazione è un processo che se ben eseguito porta come conseguenza ad una crescita di traffico, ma comprare ottimizzazione non equivale a comprare traffico, sia chiaro.

Per colpa di questa semplice confusione semantica (facilitata dal fatto che la parola SEO va di moda, tanto da sembrare agli occhi del cliente un sinonimo di “traffico gratis”) spesso i clienti “nuovi” arrivano chiedendo assicurazioni (che nessun SEO può dare ovviamente), garanzie, o piani “soddisfatti o rimborsati”.

Credo che sia giusto considerare l’ottimizzazione per i motori di ricerca esattamente per quello che è, ovvero un rischio. Un investimento rischioso, che può dare risultati e può non darne. Questo indipendentemente dalla bravura del SEO. La cosa divertente è che la bravura del SEO viene sempre “ricostruita a posteriori”, e dai risultati ottenuti non è possibile ricavare un indice attendibile per sapere se anche in futuro questa persona continuerà ad avere gli stessi successi, o se è stata una botta di culo, per capirci.

Avendo lavorato anche per grossi brand, posso dire con certezza che di tutte queste cose al cliente non importa nulla, o meglio, se sanno che hai occupato posizioni di prestigio tanto gli basta, si fidano. Il brand genera quell’alone di autorevolezza che spesso è abbastanza per far parlare la gente in termini positivi o negativi, senza che si entri mai nella valutazione tecnica del lavoro svolto.

Tutta questa lunga prefazione per dire che io di solito non prendo clienti nuovi, mi trovo bene coi miei progetti e coi clienti attuali e così, quando a febbraio una persona che stimo molto mi ha chiesto una mano per un suo cliente, stavo per dire no come sempre, però stavolta ho detto “e se invece ti trovo un junior che ti segue passo passo, e io supervisiono il lavoro fatto una volta al mese?“. L’idea è piaciuta e così sono partito con una nuova avventura: trovare un SEO Junior che facesse il caso del mio amico e del suo cliente.

Come faccio i colloqui SEO

Questa volta ho pensato di fare in piccolo quello che avevo visto fare durante i colloqui di Google. Sono partito facendo una piccola pagina html nella quale non c’è l’indirizzo email a cui mandare il CV (a prima vista). Poi ho incollato questa pagina (decisamente bruttina) sui social network e su qualche community su Facebook dicendo “stiamo cercando un SEO Junior, per un piccolo progetto di 6 forse 12 mesi, se interessati mi mandate le candidatura qui? LINK”.

annuncio-lavoro-seo

La descrizione è volutamente timida e breve perchè non cerco “gasati” ma solo persone con la curiosità e la voglia di lavorare ad un progetto continuativo.

Ovviamente, solo quelli un minimo curiosi hanno saputo trovare l’indirizzo email a cui mandare il CV, in questo modo ho ricevuto 9 CV tutti di discreta qualità (solo 2 CV poco mirati). A quel punto dopo una veloce scrematura manuale (questo si, questo no, questo forse – quindi si, ecc.) sono passato alla prima veloce domanda via mail (che faceva già parte della mia valutazione).

Questo è lo schema che ho usato:

schema colloquio seo

La prima colonna è stata resa anonima, contiene una lettera al posto dei nomi dei candidati. La seconda colonna contiene la mia impressione riassuntiva con la quale mi ricordo del candidato. Le valutazioni del primo contatto via email sono queste:

  • il Tempo che la persona impiega nel rispondere
  •  Comunicazione – abbastanza autoesplicativa
  • il parametro di Solidità / sincerità è un parametro “a pelle” che misuro secondo la mia esperienza (il candidato può sembrare sia solido che sincero, oppure solo sincero ma poco solido, il valore che segno nella cella è il più basso dei due)
  • il parametro sull’indipendenza riassume il grado di intraprendenza.

Tutti questi fattori ovviamente pesano pochissimo essendo mie opinioni superficiali, mi servono però per “bilanciare” la persona rispetto al passo due, nel quale valuto la performance tecnica.

Nel secondo step (sempre via email) mando nello stesso istante 3 domande a tutti i candidati e poi valuto:

  • il tempo di risposta
  • la solidità della risposta
  • l’esposizione (mi servirà principalmente perchè questa persona dovrà stare inhouse presso il cliente, quindi le sue doti comunicative oltre che il suo sangue freddo nel dare risposte coerenti e non istintive sono importanti)
  • siccome il nostro lavoro è costante apprendimento, prendo il punto meno solido nella risposta del candidato e gli do un aiuto. Poi valuto la solidità della risposta dopo il mio aiuto.

A quel punto procedo col colloquio telefonico, durante il quale si completa la mia “immagine” sulla persona, ed estraggo un riassunto della possibilità di collaborare con quel singolo candidato, specie se ho affrontato i temi location / paga / tempo. Avendo valutato discretamente le persone anche dal punto di vista tecnico posso quindi andare dal cliente ponendo alcuni paletti del tipo:

Candidato A: candidato ideale, è nel budget e ha una buona conoscenza tecnica oltre ad un mix delle doti principali che servono per gestire bene la posizione.

Candidato B: buona preparazione tecnica (non ha avuto bisogno dell’aiuto) ma già troppo indipendente, ha una sua attività per interrompere la quale necessita di molto più budget perchè valuta seriamente un trasferimento lontano da casa (data la disponibilità al “salto” anche se fuori budget mi sento di presentarlo al cliente).

Candidato C: anche se ha sbagliato impulsivamente il primo set di domande tecniche, dal colloquio risulta essere una persona chiara e di qualità. Abita comunque lontano quindi ci sarebbe un problema logistico.

I candidati non adeguati alla richiesta invece non vengono comunicati al cliente e sono:

Candidato D: persona dalle buone doti umane e con alcuni skill SEO, che tuttavia non ha ancora messo a “fuoco” una propensione per la branca specifica importante per il posto disponibile.

Candidato E: molto preparato, non è risultato evidente dai primi contatti vista la sua comunicazione essenziale al limite del maleducato. Ha poco tempo libero e valuterebbe eventuale disponibilità con budget fuori dalle disponibilità del cliente.

I candidati che non hanno passato la prima selezione via mail sono comunque interessanti dal punto di vista “antropologico” (cioè mi stanno simpatici) e quindi li metto comunque su questo post per onore della cronaca.

Candidato F: ottimo tecnico, si capiva fosse fuori budget già da subito

Candidato G: non preparato, ci ha “provato” lo stesso.

Candidato H: personaggio altalenante con picchi di genio e lacune colossali, impossibile da presentare al cliente.

conclusioni

Questo post nasce dall’insofferenza che ho provato durante tutti quei “le faremo sapere” ricevuti a tanti colloqui, ai quali non è mai seguito nessun “sapere” ma solo un silenzio indeterminato. Spero di esservi stato utile, e voi come fate per trovare un bravo SEO durante un colloquio?

Di seguito un grafico con alcuni “tempi” di lavorazione (in totale tutto il processo mi ha preso un giorno e mezzo di tempo)

flusso colloqui seo

simone
appassionato di seo, linked open data e ambiente

4 Comments

  1. Già il modo in cui conduci le selezioni dice molto del tuo carattere e moltissimo sul tuo modo di affrontare i problemi… Ti faremo sapere 😉

  2. La trasparenza che metti in tutto ciò che fai è disarmante e ammirevole.
    Sono uno dei candidati alla prima esperienza di colloquio e devo dire che sono contento di aver partecipato anche solo per fare una mezz’oretta di chiacchiere con te.
    Anche se sono in lista non credo di avere ulteriori speranze(si, lo dico contro i miei interessi) ma posso dire di aver imparato qualcosa in più, che è fondamentale per me. L’accettazione di quella cifra è in parte giustificata dalla sete di imparare e di fare esperienze in un team di lavoro, cosa che darebbe tanta spinta alla mia formazione. 😉

    Grazie ancora Simone!
    A presto

Comments are closed.