Sono state approvate all’unanimità le nuove linee guida per il comportamento dei testimonials, bloggers e celebrità (qui il documento in PDF) della Commissione sul Commercio Federale USA sulla disclosure.
le bugie hanno le gambe corte, internet le azzoppa
Nonostante sia la stessa commissione ad affermare che sia prematuro stabilire linee guida sui comportamenti delle persone (anche se advertisers) sui social network, essendo un campo in continua evoluzione, di certo hanno affermato che in ambiti in cui la moderazione non viene effettuata dagli stessi utenti (ad esempio SideWiki di Google, forums ecc.), non si è tenuti a specificare il proprio coinvolgimento con le ditte/prodotti sui quali verte il dialogo:
… the Guides should not “inadvertently regulate everyday word-of-mouth communications among actual consumers regardless of whether such communications take place in person, via e-mail or in new mediums such as blogs or social networking Web sites.”
Anche in Italia qualcosa si muove e i Comuni e le Amministrazioni Locali sono esortate a “metterci la faccia”, mi piace vedere come si cerca in qualche modo di creare circuiti virtuosi, sfruttando il trend messo in atto dai social networks.
Mentre il mondo delle responsabilità legali civili e penali resta in balia degli interminabili processi, il mondo online prova ad auto-regolarsi con dinamiche simili al cari vecchi senso civico ed onestà, tenendo ben presente che ogni piccolo interesse può essere sgamato ad una grande velocità, e che porterebbe certo più danni sul lungo termine. Dall’altra parte dell’oceano c’è anche chi cerca di cambiare il paradigma di ciò che consideriamo privato, e che vediamo shiftare verso il pubblico.
Delle dinamiche sulla trasparenza come alternativa all’imboscare i link di affiliazione per esempio (che equivarrebbe ad ammettere il nostro conflitto d’interessi) ne vorrei parlare anche al prossimo SEO Camp, se venite ne parliamo assieme.
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