Ciao, sono simone. In questa foto sono venuto bene perchè guardavo la donna che amo e tenevo in braccio Lea, nata tra incredibili difficoltà, che un giorno quando avrò la forza riuscirò a raccontare.
(foto credits: Elisa Biagi).
Amo le persone curiose, se sei una di queste e ti stai chiedendo chi sono, eccoci:
simone “Valter Geminiano” Righini: mini autobiografia ragionata
Porto i nomi dei nonni, Valter si è emancipato dalla campagna lavorando prima nel bar del padre e poi aprendo un suo ristorante ed in fine un suo hotel. Geminiano era reduce della seconda guerra, dalla quale ha avuto in eredità un tumore che l’ha portato via prima che lo conoscessi. Mio padre, orfano diciottenne lavorava come cameriere nel ristorante di mio nonno, dove ha conosciuto mia madre. Assieme decidono di aprire un loro hotel a Tabiano Terme. Era il 1981 e tecnicamente mia sorella Silvia ed io abbiamo abitato e vissuto in un hotel per tutta l’infanzia. Fino ai 15 anni ho viaggiato poco nulla, perchè il mondo entrava a casa mia… ben prima di internet 😀 Avevo amici da tutta Italia, che frequentavo per 14 giorni l’anno, intensamente, poi tornavano a casa loro e rimanevo a giocare coi videogiochi, ascoltare musica, farmi domande sul senso della vita, cercando di costruire una band punk cantando male.
Verso l’adolescenza sono arrivati un po’ di fulmini e temporali. I miei si sono separati, spezzando azienda e famiglia che nel frattempo era cresciuta, e così ho scoperto la crisi; un hotel di successo rivela un nuovo mondo terribilmente affascinante: commercialisti, investimenti, fideiussioni, passioni, paure, demoni… e debiti, sempre sull’orlo del fallimento.
A quel punto ho avuto la fortuna di avere due genitori con le palle, mia madre che si è presa carico dell’azienda da sola, mio padre che a 50nt anni si è ricostruito una vita, tecnicamente da zero, mettendo a frutto l’esperienza in politica e nel management degli hotel.
Verso la fine della crisi, nella fase di assestamento ero disposto a mollare la scuola per dare una mano alla mamma, lei ha vigorosamente rifiutato e così ho continuato a studiare, concludendo con 60/100 l’ITIS, informatica, soprattutto grazie alla presenza di un prof clamoroso, Paolo Ollari. Sono anni di tantissimo cinema, internet, qualche fumetto e giochi di ruolo. Partecipavo alla vita di varie “compagnie” ma non mi sentivo parte di nessuna. Conosco Alessandro e Sebastiano che diventano come fratelli.
Poi è arrivata una fase di incredibili fortune, inaugurata da mia cugina Candida che mi presenta Gianni degli Antoni, il quale mi sconsiglia di fare l’università, poi non si accontenta e mi presenta Stefano Quintarelli, il quale mi coinvolge in Equiliber e nel turbine di post-cibernetici che ancora fluttuava su Milano, alcuni a cui ho proprio voluto bene e che forse hai sentito: Zamperini, Tripaldi, Tagliapietra, Valdemarin, Basso, Lanza… Cosenza. All’epoca la realtà di cui leggevo nei libri cyberpunk era decisamente concreta. Una notte conosco Pasquale Cacchio che mi manda una copia di ARF! sulla quale è incisa indelebile la storia di Nando Boero, che mi sarà d’ispirazione per le più grandi pazzie che negli anni farò.
Mi iscrivo a scienze della comunicazione, seguo il corso di sociologia, e mi basta, GDA aveva ragione come nell’87,5% delle sue previsioni, ma sai com’è, anche allora preferivo sbagliare da solo piuttosto che seguendo suggerimenti. Imparo la lezione e dopo 6 mesi mollo l’università. Mio padre mi presenta il mitico Umberto Emiliani, il quale mi rimanda ad un colloquio con un giovanissimo Alessandro Riccomini al quale mostro i miei esperimenti sul web (un blog nero con scritte verdi che si chiamava Back-Up). Settimana dopo inizio a lavorare come web designer a LTT, per la Provincia di Parma, intanto seguo un master in psicologia (pagato dalla mamma, grazie mamma!) e faccio un paio di ritiri. Anni epici di siti internet e dirette web fatte con lo scotch ed i modem. Era l’epoca dei blog, sui quali conosco Eloisa, inizio a fare Parma-Roma come se non ci fosse un domani. Dopo due anni e mezzo di web agency, mi arriva quella che Joyce avrebbe chiamato un’epifania. Una raccomandata non mi trova e resta in posta, così prendo un’ora di permesso dal lavoro per andare in fila. Con mezz’ora di ritardo rientro in ufficio, in pausa pranzo apro la busta ed era una multa. Capisco che devo cambiare, tutto. Mi propongono di diventare responsabile d’area ma non c’è davvero niente che mi leghi all’azienda (a parte le persone, che comunque pensavo che non avrei perso).
Rifletto qualche mese, poi mi licenzio. Trovo un paio di progetti freelance e mi dedico ai quadri ed alla musica. Una notte leggo un racconto che mi commuove, scrivo all’autore e così conosco Martino. Quella stessa estate andremo assieme a Legoland (Danimarca) in treno. Quando torno prendo contatti per iniziare a vendere i miei quadri tramite un’importante galleria di Milano che si sarebbe occupata della mediazione, ma il mercato dell’arte mi schifa così tanto che preferisco farli ammuffire in cantina piuttosto che venderli al prezzo che dicono loro. I soldi sarebbero dovuti arrivare dal webdesign, ma metà dei lavori fatti non mi pagano e verso settembre sfioro la depressione. Questa scelta diventerà poi una scelta chiave del mio modo di pensare. Se devo fare compromessi, tanto vale farne in un’area che mi interessa meno. Scoprirò poi che non esistono aree che mi interessano meno.
Ad un passo dal collasso mollo tutto e chiedo aiuto a mio padre, che mi trova un posto da lavapiatti-commis, in un hotel di Aviano. Quando alla reception hanno bisogno di una mano con la tecnologia chiamano me. Lo chef s’incazza e durante un’epica sfuriata mi dice “se qui… tutti facessero quello per cui sono nati, non avremmo tutta questa merda in giro“. Non la prendo sul personale, non mollo. Lui invece sclera e fa sapere al capo che non mi vuole più vedere.
Provo col catering, la gioventù in hotel mi aveva insegnato a voler bene ai clienti, aiuto ad organizzare congressi, matrimoni, e spesso ruoto sul turno di notte alla reception, preparo le colazioni per i generali della Base USAF di Aviano, vescovi e contractors. Uno di questi, Neil si trova col figlio piccolo con un problema ai denti e terrorizzato dal dendista. Mi chiedono di tradurre per tranquillizzare il piccolo Tanner. Neil mi invita a conoscere la base dall’interno, durante un giro nel loro mall mi sento strano, Neil mi da una pacca sulla spalla e mi dice “that’s normal, it’s information overload“, capisco che il mondo è grande, molto più grande di quello che pensavo. Nei giorni di riposo faccio corsi: teatro col Living Theatre, sei mesi di doppiaggio con Ivo de Palma (che stava a Torino, quindi viaggio tutta la notte per essere la mattina al corso). Durante un turno di notte scopro WordPress e rifaccio il sito dell’hotel. Nonostante le soddisfazioni coi corsi, la vita con lo staff che mi odia non è facile, ero pur sempre il figlio del capo. Inizio a mandare CV tra Sardegna e Torino. Dopo 105 cv inviati, trovo 3 colloqui, tutti in Sardegna. Oggi direi che ho avuto un ottimo conversion rate, all’epoca ero sconvolto dal numero di invii che mi era sembrato altissimo.
Si fa il 2007, mi ospita Martino a Oristano e devo andare a Fonni per un colloquio, conosco Raffaele che mi parla di sinergia, mi offre vitto, alloggio e 1000 euro al mese, tanto mi basta per trasferirmi in Sardegna dove rimarrò due anni imparando le basi della SEO e dell’email marketing, trovando persone straordinarie e conoscendo quel mondo antico che ancora dorme sull’isola, risvegliato solo dai canti sacri. Con Antonio smetto di fumare e aiutiamo a rifondare il coro di Fonni. Il prodotto su cui lavoravamo passa da 80 a 800 di fatturato. Vorrei diventare socio, ma solo 2 su 5 accettano, imparo che il successo senza amicizia non sta in piedi. Accolto ma ancora troppo solo a quel punto mi stacco. La sera che saluto Gianni Tanaccia torno a caso piangendo disperatamente, lasciandomi un pezzo di cuore alle spalle, torno in continente (Sardigna no est italia).
Parlo con mio padre dell’opportunità di aprire la p.iva, mi dice “lascia stare non sei adatto“. Faccio 3 giorni d’inferno e poi decido che invece posso. Ne parlo con Guido Tripaldi che mi conferma “certo che ce la puoi fare, basta che prendi un foglio tracci una riga verticale, a sinistra metti le possibili entrate, a destra le uscite sicure. Se riesci a guardare avanti di 5 anni, apri la p.iva“. Guardo avanti 1 anno, apro lo stesso la p.iva, torno in contatto con la vecchia web agency e inizio a gestire progetti SEO di varie dimensioni. Creo il primo SEOCamp e conosco Adriano, Enrico, Giorgio, Stefano Robbi. Un contatto conosciuto online (Matteo Monari) mi coinvolge per fare la parte di integrazione SEO tra due società acquisite dal gruppo Populis, Blogo (ex-Magnocavallo) e Blogosfere (ex-Montemagno), resto nove mesi prima di capire che il progetto era bello ma completamente cannato. Almeno conosco Fabio che mi racconta quant’è bello fare i bagni di gong.
il Quinta mi fa conoscere Luigi Orsi Carbone e Davide Marrone, li aiuto a costruire Skebby, ci mettiamo 2 anni a raggiungere il primo milione di iscritti, ma non si fattura col B2C, è troppo presto, non c’erano neppure le connessioni dati… troppo symbian, android lanciava i primi vagiti. Continuo a fare esperienza con progetti SEO. Tramite Monster ricevo una proposta da Booking per andare in Olanda col ruolo di SEO manager, mentre sto per accettare il Quinta mi chiama per rilanciare il digital di Sole24ORE, Radio24 e l’ecommerce, tutto assieme. Bella sfida, resto in Italia, o meglio, inizio a conoscere l’Italia. Nasce Camilla. Divento papà. Inizio a cambiare in modo lento e inesorabile. Non penso più a quanto sarebbe bello fare il bunjee jumping e stavolta inizio a progettare davvero entrate ed uscite. Provo a fare una famiglia con Martina.
Dopo un anno e mezzo, il Quinta era già andato in Parlamento, io avevo raggiunto tutti i miei obiettivi, non mi trovavo col nuovo management e torno a collaborare con Skebby. A quel punto si inizia a fare sul serio e in tre anni i founder fanno l’exit. Vengo “ceduto” col pacchetto e conosco i primi M&A, con l’arrivo di Gruppo Mobyt vivo anche la quotazione in borsa, poi l’OPA da parte di HgCapital, che crea Commify. Con i nuovi manager dall’Inghilterra cambia la gestione aziendale, decido così di liquidare le mie stock ed esco. Esco anche di casa l’ultima volta, con testimoni i carabinieri che io stesso ho chiamato per risanare un mio brutto gesto, arrivato alla fine di un litigio. Negli anni successivi alla fine della mia prima famiglia faccio di tutto per tenere un equilibrio impossibile. Chiedo di nuovo l’aiuto dello Stato, stavolta mi rivolgo al Tribunale, che l’anno successivo coinvolge il Tribunale dei Minori. CTU e Tribunale sono sicuramente la cosa più straziante che ho fatto in vita mia. Intanto strutturo la settimana per avere 5 clienti grossi e fissi, uno di questi è il progetto di Nico Sica. Asciugo al massimo la mia vita che diventa solo: papà, lavoro e canto. Vedo su una bacheca del supermercato una pubblicità, stampata in A5 con scritto “corso di canto di Tuva”. Conosco Walter e Giovanni, coi quali andiamo al Memorial Stratos di Cento, al quale conosco gli Airportman. Poi con Giovanni andiamo a lezione dagli Huun-Huur-Tu. Poi penso che non è così difficile creare un corso di canto e creo il primo stage di canto invitando Walter, Giovanni, Ivan e Fabio che dall’anno dopo chiameremo Overtone Circles . Dopo 2 giorni di stage apriamo il primo concerto dei Musici di Parma alla sala delle Cariatidi, e sabato siamo al Memorial Stratos di Salsomaggiore. Diventeremo poi ospiti fissi, ogni anno.
Un giorno a Trieste per un meeting di DHH, complice Tinder, ritrovo Elisa.
Nel 2015 Andrea Rangone ha bisogno di SEO, Luigi e Antonio Ghezzi (collega di Università del mio tastierista e amico Andrea Giavarini) gli parlano di me e iniziamo a collaborare, chiedo ad Eugenio impegno sulla parte esecutiva, io faccio consulenza strategica e mettiamo le basi per il traffico del Network di Digital360. Comincio a razionalizzare anche il mio tempo, taglio rami secchi di progetti finiti male o mai decollati mentre cerco di mettere la “testa a posto”… il cuore decide che invece guida lui. Nel 2019 Elisa ed io ci sposiamo (gli Airportman suonano al matrimonio, assieme a Zanchini, Marzi, Zoratti). 2020 in pieno lockdown nasce Lea. Anche grazie alle riunioni migrate su Teams, metto da parte le paure per le fregature passate e mi lancio a testa bassa nel progetto di Digital360. Dal 2021 supervisiono tutta la generazione di traffico per il network e per gli oltre 100 clienti B2B dell’area Martech. Sono anni straordinari, il team SEO arriva a contare 9 persone, mentre il gruppo sfiora le 1000. Inizia l’espansione internazionale in Spagna e Latam con acquisizioni e migrazioni. Il gruppo tocca i 100 milioni di fatturato (eravamo a 10 nel 2015!), e poi di nuovo un’OPA, stavolta da parte di Three Hills Capital. In pochi mesi cambia tutto.
A marzo 2024, dopo 9 incredibili anni lascio il Gruppo Digital360 ed inizio a seminare per un mio nuovo progetto personale che possa mettere a fuoco quelli che ho scoperto essere i miei tre valori guida: innovazione, trasparenza e riconoscenza.
Tolto il goatse, resta la o!
Contatti e pubblicazioni
se invece ti annoio, guardati questi:
- Ted Conference (school kills creativity ecc.)
- Severn Suzuki alle Nazioni Unite (un punto di vista sulle cose del mondo)
- Le recensioni di documentari dedicati ai videogiochi
i miei documentari preferiti
- Sardegna Abbandonata (per evidenti motivi)
- Essere intelligenti si impara
- the Anti-CEO playbook
- Il mondo che abbiamo perduto (un museo grande come il mondo)
- the yes men fix the world (attivisti spudorati)
- Cowspiracy (ciò che neanche Greenpeace vuole discutere)
- Exit Through the gift shop (il documentario di Banksy)
- the wild blue yonder (la miglior colonna sonora di sempre)
- Food inc. (triste storia del cibo)
- Story of Stuff (triste storia della produzione industriale)
- Il suolo minacciato (triste storia della cementificazione)
- Inside Job (it’s a wall-street government)
Come spendo i soldi che guadagno
Tendenzialmente sono taccagno e viaggio malvolentieri, ho un’automobile (controvoglia), ho un apprtamento a Salsomaggiore Terme, cerco di comprare cose italiane, ho quote di Digital360 s.p.a., Komfort s.r.l. e DEA Marketing s.r.l. (in liquidazione). Ho invece le mani bucate se si tratta di scuola e corsi di formazione, sia per me che per tutte le donne di famiglia.
Abbiamo un piccolo pezzo di terra (eredità del nonno Valter, a Fidenza) dove Elisa pianta alberi senza scopo di lucro (puoi farlo anche tu!).
Queste sono le attività che sostengo apertamente:
- Bullet Network: contenuti generati per i C-level con poco tempo da perdere
- Progetto di rinaturalizzazione del Podere Istrice
banca eticasono stato socio per oltre 10 anni, sono uscito nel 2023 deluso dalla gestione tecnologica e dalle proposte commerciali su investimenti “etici” che non mi sono sembrati tali. Ora cerco alternative perchè il tema mi interessa moltissimo! Nel frattempo sono anche nati i parametri ESG per cui è anche più obiettivo di prima affrontare il discorso.- Plunder e chi dice la verità sui Private Equity
- OpenPolis (portatori di trasparenza politica in Italia)
- ICIJ (consorzio internazionale del giornalismo investigativo)
- radio popolare (perchè fanno microfoni aperti per radio)
- videogames indie (tipo FTL)
- musicisti geniali (tipo Andy Rehfeldt)
- Phastidio Podcast (economia incazzata)
- LiberiOltre (esteri, scienze, divulgazione)
Sogni
Se ti interessano i miei sogni, al momento vorrei cantare in un coro polifonico (quando stavo in Sardegna cel’ho fatta per un periodo, ma ora in Emilia Romagna è dura trovarne uno che mi piaccia). Per vari anni, una volta l’anno mi sono costruito il coro in casa e ho cantato al Memorial Demetrio Stratos di Scipione (PR), adesso sto meditando un nuovo progetto, sempre dedicato all’improvvisazione.
Con chi non lavoro
Per scelta personale non accetto lavori in questi settori: armi ed eserciti, gioco d’azzardo, pornografia/escort, cartomanti/chiromanti, gruppi religiosi, partiti/esponenti politici.
Foto alta risoluzione per la stampa
Photo credits: Jacopo Emiliani.
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