Appurato che senza contenuto fresco un post non esiste per i motori di ricerca e neanche per i lettori:
vado di news violenta: Alle non cel’ha fatta.
Mi ha appena scritto in chat che alla celebre azienda quotata in borsa gli “faranno sapere”, che come sappiamo significa che col suo CV si puliranno il culo. Avendo quindi decretato che “forse non lo sai ma questo è un 2 di picche” abbiamo iniziato a programmare i prossimi 30 CV da spedire (secondo la regola dei 30 CV) ed essendo due con molta voglia di fare internet, abbiamo anche iniziato a fare paragoni tra il mondo femminile e il mondo aziendale. Il discorso scaturito dal rifiuto aziendale non esplicito appura che:
la causa del rifiuto era già dentro di te, e non hai fatto niente per evitare l’evitabile
la chat integrale:
Alle: però è come con le tipe, non ti dicono dove hai sbagliato
simo : vero! è una continua lotta “nel buio” a volte bisogna prendere una direzione precisa, e purtroppo la raccolta dei dati fa già parte dell’analisi dei dati, cioè la direzione che si prende fa già parte di una “idea” che abbiamo del mondo ad esempio, se mi comporto da stronzo perchè tanto tutte le tipe son troie, 100% di possibilità di trovare solo troie, infatti quelli che alla fine hanno più probabilità di essere contenti son quelli che provano a cambiare direzione all’analisi iniziale. però è difficile ri-ciclare parti diverse di se stessi ogni volta sembra che si debba essere una persona diversa ogni volta che si vuole fare qualcosa di sensato.
A volte bastra trovare un nemico da combattere, per esempio ho scoperto che se mando cv una volta ogni tanto (come sto facendo adesso) non concludo un cazzo va proprio fatta una giornata ( o meglio due o tre) a fare solo quello, come se mandare CV fosse un mestiere, poi ognuno lo spedivo diverso dal precedente, cercando di capire “a naso” cosa fosse meglio o peggio, ad esempio ho capito che è molto meglio lavorare sul mistero. piuttosto che sulla sincerità totale, tipo il lavoro in hotel è molto meglio se non lo accenno, perchè lo guardano e non sanno capire che anche quella è stata roba utile, lo guardano e pensano “uh che poca professionalità, hai cambiato settore!”
Alle: già anche nell’istruzione, se scrivi che hai una laurea, ok gran sgaso. se scrivi “ho letto questi libri e li ho capiti”, sei uno sfigato
simo: solo che se ci limitiamo a cercare tra quelle persone che sanno “capire” che magari una ricerca del “senso” alla fine premia, ci riduciamo a cercare tra il 1% della popolazione e i cv da 30 diventano 3000 (cioè 30×100) e allora 3000 cv non riescono fisicamente a spedire, e l’unica speranza resta fare la “propria” storia, con i nostri clienti, i nostri ricavi a volte scarsi, i nostri sbagli.
#AmicidiAmici/Pubblicità: se hai bisogno di uno smanettone in-house che ti curi video, audio ed edizione di contenuti sensati Alessandro potrebbe essere proprio la persona che cerchi, perchè è molto motivato (da quando scarseggiano i soldi).
Una mancata assunzione di un amico comunque non è una news per il motore di ricerca, che se ne sbatte dell’amicizia e anzi, fa in modo di valutare “meno” i link di chi è già “amico” a priori e fuori dal web (questo secondo la mia esperienza).
Se uno volesse fregare il motore di ricerca (e in parte quindi anche i lettori, e i cacciatori di teste che leggono CV tutto il giorno), teoricamente il contenuto non deve essere solo geo-temporalizzato e depersonalizzato, deve anche essere pertinente ai micro-universi delle vite di chi sta leggendo.
Per esempio: Oggi è la vigilia di Natale. Questo dovrebbe far capire agli umani che anche io faccio parte del loro pianeta. Per i motori di ricerca dovrebbe pensarci il micro-formato che ho messo nella data del post. Però devi infilarti in una nicchia di necessità pre-esistenti alla nascita del post per far si che venga letto (cioè che esista). Cioè per esempio dovrei decidere che con questo post punto ad attrarre i cacciatori di teste con molta voglia di leggere beghe personali, perchè magari non sono solo cacciatori di teste, sono anche capi di aziende che fondano la fiducia sul lavoro sull’esistenza di un rapporto interpersonale tra membri dello staff.
Questo è vero sia quando offri servizi professionali, sia quando stai scrivendo un contenuto. Il fatto che abbia deciso nei miei post di perdere ogni “forma” è solo conferma di una ricerca in campo da anni.
La scrittura online è in continuo movimento
Scusa, che noia di h3, volevo solo dire che domani potresti non trovare più queste stesse parole (motivo per cui anche Wikipedia non è credibile se usata per unità di tempo “brevi” e diventa invece una sorgente di informazioni credibile se monitorata correlando gli edit alla storia degli editor, cioè districando a “mano” le influenze dei conflitti d’interesse, quello che un giorno sarà un mestiere anche digitale e non solo politico o giuridico).
i SEO non sono contenti
Da anni il mestiere di SEO è in discussione ogni 3 mesi, in una specie di accettazione placida della costante ri-trattazione dei termini del contratto che non abbiamo mai firmato. Tra tecnici sen’è parlato al seo camp anche quest’anno, e tra gli altri oggi anche Rand presenta la sua variazione sul tema “il seo è morto“:
to call us “SEOs” is less empowering and more limiting than in the past
e Rand non sarà un guru, ma non è neanche l’ultimo degli stronzi. Dal punto di vista grammaticale invece lo scontro tra i sostenitori del femminile (LA SEO) e del maschile (IL SEO) è una costante immutabile, quasi quanto la differenza politica tra progressisti e conservatori in America.
cioè: la gente se ne sbatte.
Io che sono un tecnico però è da cinque anni che mangio solo grazie al SEO e grazie ai tanti fantastici clienti trovati col tempo, mi accorgo che ora questi clienti stanno diventando più amici che clienti, cioè stanno finalmente considerando il SEO per quello che è: una spezia importante nel grande minestrone dell’internet marketing.
Se non hai la spezia importante, ma hai un sacco di minestrone, i clienti mangiano lo stesso. Se hai un sacco di minestrone buono più la spezia importante, il tuo minestrone piace a tutti.
L’arroganza dei lettori
A parte che su internet non c’è più nessuno che legga dall’inizio alla fine un concetto (non c’è tempo), non è nemmeno possibile lasciar esprimere un’idea buona perchè il lettore vorrebbe averla avuta prima. Non c’è la quiete che permette ai libri di carta, non interattivi, di essere letti e poi lasciati sedimentare (anche nei conti in banca degli scrittori). Qui una volta era tutta campagna!
quando su google o yahoo cerco “SEO” come parola chiave, con questo sito per un paio d’anni sono apparso stabile in 5° posizione media (cioè oscillando dalla ottava alla terza), e (lo ammetto) ne facevo una motivazione d’acquisto spiegando ai miei clienti che il mio lavoro lo sapevo fare così bene che tenevo dietro anche buona parte dell’industria italiana dell’ottimizzazione per i motori di ricerca.
Nell’ultimo anno tanti aggiornamenti si sono accumulati nell’algoritmo di posizionamento (senza scomodare l’introduzione di facebook tra i link rilevanti e la dichiarazione ufficiale del click through tra i 400+ fattori di ordinamento più o meno conosciuti di Google, se non avete capito una sola parola degli ultimi due paragrafi vi propongo le mie mini guide, grazie Ale per la segnalazione, e grazie per essere un prode utilizzatore del SEO al maschile).
Scherzi a parte, allora maschile o femminile?
ti cito alcuni esempi di acronimi con relativi sessi dall’uso comune
- LA ENI (Ente Nazionale Idrocarburi, Ente è maschile, l’acronimo femminile)
- LA ADMO (l’Associazione Donatori di Midollo Osseo, conserva il sesso della sigla)
le sigle in alcuni casi hanno un sesso indipendente dal sesso della spiegazione completa dell’acronimo. E chi decide il sesso di una parola nuova? La massa critica di utenti che ne impongono l’uso nella lingua corrente. E cosa decide la massa critica dei SEO sul sesso del loro mestiere? Ce lo si chiedeva anche l’anno scorso.
I portatori sani di SEO maschile scarseggiano, mentre i sostenitori del femminile sono tutti non pervenuti. Fatevi sentire amici finiti in coda lunga!
1%
ieri Gianni (qui il suo ennesimo esperimento) mi diceva che al suo post in bacheca hanno risposto 2 commenti interessanti su 20 commenti inutili, sul totale di 800 “fans”. 2 commenti interessanti? sono un universo intero. Hai voglia a lamentarti! Con un commento contestuale oggi sui blog sei già ricco.
Links di oggi (alla faccia del Natale personalizzato)
- Musica ascoltata oggi
- Racconto letto oggi
- Paul, L’autore del social network reale alla fine ha ceduto a Facebook (questa sarebbe la notizia, dal punto di vista del motore di ricerca)
Gli sponsor di questo post
questo post vi è stato offerto da quel genere di persone che leggono il CV e poi ti telefonano prima di farsi un’idea su chi tu sia, e da Alle che sono anni che ci prova e prima o poi ce la farà alla grande.
Domanda Pre-Natalizia: Che differenza c’è tra Prenditori di lavoro e Imprenditori? I prenditori di lavoro mangiano da soli a Natale, gli imprenditori mal che vada mangiano con le famiglie.
coerenza
Ma se abbiamo già lavori soddisfacenti, perchè continuiamo con la regola dei 30 CV? Con questa domanda quest’anno in Svezia mi hanno fregato.
*il titolo è una citazione del Quinta, quando parlava di cambiamento di sesso degli operatori telefonici USA.
PS. se vuoi saperne di più su come stanno andando i miei colloqui SEO nel video su youtube c’è qualche info.
sarà che non conosco bene il “vostro mondo”, ma la densità di roba (concetti, omissioni divertite, sprint improvvisi e comprensibilmente compiaciuti e una spruzzatina di calore umano che serve sempre se vuoi far le cose per bene) dentro questo articolo necessita una trentina di minuti almeno per essere goduta e anche una non comunissima e frequente disponibilità mentale (pure il genietto non è che sia sempre prontissimo a digerire una roba del genere). immagino abbiate più cautela nello scrivere curriculum. ma forse no. insomma uno fa quel che si sente, no? forse l’unico dubbio che rimane e che rende la digestione impegnativa è: quanto c’è di normalino-spontaneo e quanto di compiaciuto/barocco?
Non che sia una colpa, gente sveglia è bella vederla compiacersi, ma non si è sempre pronti all’improvviso a far tutto il processo mentale per arrivare a questa disponibilità.
la curiosità: come fate il saltone alla vita “normale”?
cioè, sarei curioso di ascoltarvi e vedervi in una giornata qualunque.
ciaociao.
siete fichi, comunque.
ciao thom, mi fa piacere trovare tra le tue parole un interesse per la spontaneità. È tra i miei interessi principali degli ultimi anni cercare una disponibilità spontanea, e capire soprattutto dove stanno i limiti tra la disponibilità sincera e un politico conflitto d’interessi che in alcuni si fonde col famoso sorriso del negoziante. Per fortuna ti chiedi anche come sarebbe un CV scritto dalla stessa mano. Se ti dovesse capitare di conoscere le origini del nome della mia partita iva noteresti anche che c’è un po’ di follia e un po di sfida ai vari status symbol ai quali mi trovo di fronte ogni giorno, con molta voglia di abolire placide accettazioni di ciò che si trova, sia nel mondo del lavoro, che nello specifico del nostro mutevole mestiere. Avessi ricevuto il tuo bel commento/domanda qualche anno fa mi sarei ritrovato in crisi, a farmi domande io stesso sulle mie motivazioni nello scrivere. Però negli anni ho già trovato una risposta e quindi te la propongo senza tante elaborazioni successive (che invece sono parte integrante del mio processo creativo): l’inizio è sempre voglia di condividere, idee che non ho la possibilità di discutere con persone attorno a me, quindi direi che l’inizio della mia creatività è spesso la solitudine. A volte la stessa particolare solitudine non-solitudine di internet mi sono messo a cercarla di proposito. Il resto della composizione, è oltre a quello che hai notato: una revisione grammaticale, una revisione logica (dato che i miei pensieri nascono in un ordine diverso rispetto a quello adatto per essere compreso senza tanta fatica… In pratica più fai fatica tu a leggere e più sono stato spontaneo a scrivere si potrebbe rispondere provocatoriamente), poi c’è l’aggiunta di link alle fonti o approfondimenti degli argomenti che mi interessa in cui siano preparati i destinatari del mio messaggio, poi c’è una revisione stilistica perchè quando rileggo la quinta volta non posso permettermi di annoiarmi leggendo quello che non vorrei annoiasse i destinatari, poi altri tipi di revisioni che a volte non ci sono o non servono, poi modifiche successive tipo correzioni o aggiornamenti, poi in alcuni casi ottimizzazioni per i motori di ricerca se la pagina che contiene i testi inizia a cavarsela bene nell’oceano delle menti dei visitatori provenienti dai motori di ricerca.
Per esempio siccome questo commento lo scrivo di getto perchè mi aspettano per cenare, non contiene link. Ti avrei linkato volentieri il primo commento molto simile al tuo che qualche anno fa mi ha fatto vacillare e capire molte cose di me. Appena lo ritrovo te lo passo volentieri. Grazie per il tuo commento: non dimenticare le correzioni degli errori che da soli a volte rivelano più di quanto vorremmo si sapesse di noi stessi.
vi voglio molto bene a te e ad alle anche se ci siamo persi via sull’idea cena-a-parma e/o a-milano per rivedervi.
OT a parte, complimenti per il post intelligente: non me la ricordavo l’ultima volta che ho pensato ‘intelligente’ leggendo un blog, ora ho una nuova ultima-volta-che-ho-pensato-intelligente. 🙂
grazie ‘Chele 🙂
E invece siamo tutti ‘così’ in una giornata qualunque, e non c’è nulla di più spontaneo di un testo meditato e realmente godibile come questo.
Perchè racconta uno stato di solitudine non-solitudine (bellissima! Condivido e sposo al cento per cento!) e allo stesso tempo inanella una storia reale – pratica e fin troppo tangibile, l’amico che non riesce a vendere il proprio talento.
E direi che il 24 dicembre 2010 il ragionamento su ‘imprenditori versus prenditori di lavoro’ non avrebbe potuto occupare meno spazio di così: per come la vedo io, anche se si tratta di gusti personali, un tema del genere merita decisamente una quindicina di minuti di lettura ‘impegnata’.
Anche perchè le conclusioni del caro Simone sarebbero state fin troppo taglienti – direi tagliate e brutali – se non si fosse speso almeno un po’ nel confezionare le sue perplessità sociali in uno stile forse appena barocco, con una narrazione
che procede per salti ed inversioni, per digressioni incapsulate nello stream mentale dell’autore, ma in definitiva in un formato originale che non può risultare noioso, ma nemmeno artefatto o non-spontaneo.
Mi viene da dire: coraggio Alessandro, forse è meglio così!
Quando si chiude una porta si apre un portone, direbbe un ottimista benpensante.
Ma dato che mi sembra fragilina come frase di incoraggiamento, ti dico che i muri ribaltati diventano ponti.
Nel campo lavorativo, che è l’argomento più dannatamente concreto del mondo, occorre essere il più open-minded possibile,
soprattutto in questi tempi di aborto sociale, tra bizantismi sindacali prossimi alla riserva indiana e la retorica del sacrificio che rinnova i più antichi vocabolari dello sfruttamento (‘dell’uomo sull’uomo’ cit. via uomo-con-barba-bianca…
Babbo Natale, appunto. Tutto torna nell’universo-mondo rappresentato dal post natalizio di GoatSeo..).
Insomma, tieni duro e in bocca al lupo!
🙂
ciao fabio, scusa il ritardo nella pubblicazione del commento, era finito in spam! (Akismet lo fa spesso anche coi miei commenti… d’altra parte che ci vuoi fare, se non si commenta un po’ in giro è dura tirare a casa la spremuta quotidiana 🙂 ) Grazie per i complimenti, “non-noioso” mi piace molto 🙂
Uno strepitoso 2011 anche a te Simone!
Naturalmente il mio apprezzamento era molto più ampio di ‘non-noioso’… ma insomma, mi ha fatto piacere leggerti, al di là del taglio amaro delle considerazioni sociali che hai splendidamente esposto.
Benedetto Akismet, perchè snobbi la mia mail?
Tenterò di redimerla quanto prima…
😀
ciao fabio, la entrata nella coda spam di Akismet potrebbe dipendere dal fatto che hai messo molti “a capo” nel tuo commento (da sola è un po improbabile), o dal fatto che qualche blog ha segnalato un tuo commento come di spam (cioè la tua mail), oppure che qualcuno ha segnalato l’url che avevi messo come spammosa (non era quella attuale, puntava a una directory interna del tuo sito). Difficile da capire 🙁 purtroppo il database di Akismet è condiviso ma non accessibile, anche a me è capitato di essere segnalato e per un po’ tutti i commenti che lasciavo con l’url al mio sito venivano rimossi automaticamente. La cosa migliore è conoscere “di persona” i proprietari dei siti e chiedergli di segnalarti come “not spam” direttamente su Akismet.
Un bell’articolo, ma per qualche strana ragione quando lo provo ad aprire da Feedly, si sputtana tutto, vedo solo testo come se aprissi direttamente l’rss feed… hai qualche blocco particolare nell’htaccess ? (se vuoi provo a farti uno screenshot)
ciao Andrea, ho provato a installare Feedly e collegandolo col mio account di Google Reader vedo tutto bene, se hai tempo mandami pure uno screenshot della tua versione però! ciao grazie!
ciao simone,
ho letto attentamente il tuo post. e non ti nascondo che i dubbi, circa il femminile o il maschile di Seo, riguardano pure me. l’ho sempre definita al femminile (da ottimizzazione) ma dopo diversi colloqui presso importanti e prestigiose web agency della Lombardia e della mia Campania mi sono ricreduto.
Ps. ne approfitto per mostrarti il mio sito personale, online da 3 giorni…. che ne pensi (in tutta onestà ovviamente). qualche miglioria da suggerirmi?
grazie, alla prossima, “collè”
ciao gianluca, quando devo farmi un’idea su qualcuno cerco di valutare i suoi risultati sul campo piuttosto che il design di un sito personale, quindi fossi in te metterei in maggiore evidenza i tuoi lavori e i risultati dei quali vai maggiormente fiero 🙂 grazie per essere passato da queste parti, alla prossima!