Tra SEO e algoritmi di personalizzazione senza etica

Una bolla di personalizzazione che ti separa dalle informazioni non desiderate, non interessanti. E’ da Caffeine che ne parliamo tra addetti al settore SEO, eppure solo oggi scopro questo video:

Dopo anni di sforzi per portare tutto internet ad un solo grado di separazione da una singola ricerca, siamo arrivati nell’epoca della pre-masticazione dei nostri gusti da parte degli algoritmi. Parisier accomuna la vecchia figura degli “editori” con la nuova figura dell’algoritmo che ci “seleziona” cosa guardare. Al di la delle solite profezie del male che incombe, è importante divulgare una serie di passaggi che sia i motori di ricerca che i Social network stanno facendo fuori dalle interfacce (tutto ciò che non è nell’interfaccia, in informatica non esiste, mentre usabilità è solo un altro modo di dire standardizzazione).

Come già qualche anno fa sul problema logico/etico che rende differente il ritrovamento di informazioni tra i motori di ricerca e social network, ad oggi vale ancora il trittico di tesi:

  1. non puoi cercare qualcosa, se non sai che esiste
  2. non puoi sapere quale dei tuoi contatti sociali aumenterà la tua conoscenza in modo apprezzabile
  3. ciò che è stato visto, non potrà più essere non-visto

Il futuro ruolo degli “scopritori” tipo Kottke non mi è ancora chiaro, non capisco se saranno chiamati giornalisti, se dovranno avere qualche caratteristica personale e se potranno vivere della loro attività.
Ciò che mi è chiaro invece è che la possibilità di trovare le informazioni migliori è affidata alle persone che ci conoscono veramente, che per caso notano qualcosa che ci potrebbe interessare e ce la comunicano. Certo che se non lasciamo entrare nessuno nel nostro concetto di “uno”, allora forse la nostra sopravvivenza sarà a rischio, perchè da soli non riusciamo a scoprire tutto ciò che ci servirebbe.
Mentre proprio le università sono potenziali fucine di intelligentissimi ladri, tutto ruota attorno a fiducia, conflitti d’interesse, etica personale e una serie di cose già scritte da Russel.

Perchè l’etica dovrebbe interessare un algoritmo di personalizzazione dei risultati? Dal punto di vista dei SEO la personalizzazione è solo una ulteriore complicazione, eppure dovrebbe servire per concentrarsi sui contenuti piuttosto che sul codice.

A proposito di assenze di etica, pare che Facebook abbia pagato un’agenzia di PR per parlar male di Google, forse non è più così vero il “basta che se ne parli”?

per quanto riguarda invece le motivazioni nel produrre ottimi risultati, vi metto quello che secondo me è la continuazione ideale delle proposte di Bertrand Russel. Non centra direttamente col SEO, siete avvisati.

Update: oggi mi ha segnalato Giacomo che esiste un motore di ricerca (a risultati cumulativi presi da bing, wolfram alpha ecc.) che ha fatto del “toglimi dalla bolla” un motivo stesso della propria esistenza (verso i consumatori si dice “value proposition” nello pseudo-marketing che sto vivendo nella nuova azienda). Saremo mai consumatori abbastanza preoccupati di queste fughe luddiste dall’imperante evoluzione imposta dai detentori del monopolio nell ricerca? Per ora sembra di no:
percentuale di uso di google, bing e yahoo nel mercato della ricerca
A distanza di un anno mi fa piacere di non essere più il solo “uno” che si preoccupava di queste cose.

update: 20 giugno 2012 – ho scoperto che uscirà un album dei green day chiamato proprio “uno” o meglio “¡UNO!”. Uno è una fissa che ho da qualche anno, e fa piacere sapere che le stesse fisse prima o poi arrivano anche ad altri.

simone
appassionato di seo, linked open data e ambiente