Il libero professionista e l’influenza di troppa stupida sincerità nel dialogo coi clienti

Considerare i clienti come persone piuttosto che come oggetti da gestire che forniscono un rendimento a volte ha i suoi lati negativi. Per esempio quando mi scappa di essere troppo sincero, e la persona che ho di fronte resta perplessa dalla complessità dei concetti che esprimo, o peggio delusa dalla mia imbarazzante ed errata interpretazione delle sue necessità.

In realtà mi succede spesso, con la frenesia di voler comunicare “tutto” parlo a manetta, e chiedo occasionalmente se mi stanno seguendo. Poi per la maggior parte delle persone io esisto solo in quanto professionista che fa aumentare le rendite e consapevoli dei miei risultati di posizionamento, con pazienza mi danno corda. Magari si annoiano anche.

la comunicazione è un gioco ambiguo

Ci sono cose che nel SEO trovo impossibili da comunicare ai clienti, come per esempio:

  • le assicurazioni sul rendimento garantito di un progetto in fase di preventivo quando non ti fanno vedere le statistiche e non ti dicono il budget.
  • il fatto che chiedo una percentuale sui ricavi solo se credo nelle potenzialità del loro progetto
  • dire al cliente come è meglio investire i suoi soldi mentre ti vuole pagare per fare cose che non saranno utili per i suoi stessi obiettivi

Le discussioni online dei consulenti che hanno un blog ruotano per questioni di moda attorno a parole come “influenza”, riferendosi alla capacità di coinvolgere i lettori in azioni, che alla fine della fiera ci portano soldi in tasca. Io però sono sempre speranzoso che evitare le strategie mi farà percepire come una persona sincera e genuina e a volte sbaglio miseramente:

io so la cosa giusta da fare per risolverti i problemi, ma faremo cose diverse da quelle che ti aspetti

Le necessità comunicate dai clienti in fondo sono sempre abbastanza istintive e a parole loro, comunicano gli stessi concetti:

  1. ho paura che mi freghi soldi
    1. quindi voglio assicurazioni
    2. voglio controllare cosa farai col mio sito
    3. voglio decidere come investirai i miei soldi
    4. voglio conoscerti meglio e sapere che tipo di persona sei
  2. voglio più soldi di quanti ne faccio ora
    1. sono disposto a darti una parte di quelli che mi farai guadagnare
    2. non voglio sprecare i soldi che ti do

In molti casi la situazione che si viene a creare dovrebbe far capire ad entrambi (sia io che faccio il consulente e sia al cliente) che si è in una situazione di mutua dipendenza da un unico fattore: la fiducia.

Il fatto di voler costantemente influenzare l’andamento di una trattativa, dice che non c’è fiducia, e che si vuole influenzare proprio per avere una possibilità di controllo degli eventi che ci riguardano.

quando il cliente ti dice qualcosa che non sai e non conosci

La mia psicologia spicciola però non aiuta quando, come oggi arriva un possibile cliente allarmato da una situazione problematica sul suo sito e mi chiede:

hai mai sentito parlare di fluttuazioni sinusoidali? a quanto pare succedono principalmente a siti grossotti.. come il mio

nella mia mente i concetti che si formano sono:

  1. ho capito a cosa ti riferisci, è un problema esistente
  2. non ho mai sentito la parola “fluttuazioni sinusoidali”
  3. cerco su internet prima di risponderti
  4. confermo la mia ipotesi, è una parola che un altro consulente (forse mio competitor) si è inventato per definire un problema esistente

ora ho vari modi di rispondere, nello specifico me ne vengono in mente due, il primo lo considero “dire la verità” (1) perchè è molto simile all’ordine di pensieri che mi sono venuti, il secondo lo considero “manipolare la comunicazione” (2) perchè devo mettere le parole in un ordine diverso rispetto ai pensieri iniziali:

1) mi sembra una parola inventata, personalmente non l’ho mai sentita
ma si, è normale che il traffico fluttui, ma entro certi limiti.

2) ho capito il problema, di solito ho i miei metodi per risolverlo, prima d’ora non ho mai sentito qualcuno definirlo con la parola “fluttuazioni sinusoidali”, ho imparato una parola nuova, ci possiamo lavorare.

Quello che nella mia mente era “dire la verità” (il caso 1) agli occhi del cliente risulta come:” la frase di un tecnico incazzoso che sa tutto lui, e che forse mi vuole fregare dato che io gli ho portato un problema reale da risolvere e lui gira al largo dal problema sembrando maggiormente preoccupato da come lo chiamiamo piuttosto che al darmi risposte su come risolverlo“.

La 2 invece genera in chi la ascolta l’idea che ci sia spazio per lavorarci, dato che intanto si è stati ascoltati nelle proprie necessità, al di la di come sono state comunicate.

La frase del caso 2 infatti mi è venuta in mente un’ora dopo aver pronunciato la frase del caso 1, e forse incrinato un rapporto risultando antipatico. Ma si sa, le risposte migliori arrivano sempre con un ritardo compreso tra un’ora dopo e una settimana dopo.

Buoni sconto. Sono una persona normale, ho amici normali come li convinco a comprare da me?

La news rilevante (per gli smanettoni del marketing): Google lancia il suo servizio di sconti. Dopo tanto parlare in questi giorni di Groupon (che ha anche rifiutato un’offerta dello stesso Mr.Google da 6mil) , io che coi soldi che girano online ci mangio, penso:

  1. il valore nei motori di ricerca sta il 60% nel brand (e il fatto che la soddisfazione sia molto simile tra utenti che usano un motore di ricerca trasparente viene in aiuto alla mia tesi).
  2. il valore della pubblicità è nel copywriting (cioè in una sottile manipolazione della realtà che tenga presente le necessità di chi compra)
  3. chi deve comprare legge molto, si informa ma ha un limite, e prima o poi comprerà (e allora tante menate parlando di social network per capire chi influenza chi, e no che ci siano analisti che sostengono che Justin Bieber sia la terza persona più influente di internet non mi fa nè caldo nè freddo).
  4. chi vende deve imparare il copywriting, chi vuol vendere ai propri amici deve imparare la sincerità (per non bruciarsi tutto il network, questa è una mia ipotesi).
  5. se chi compra prima cerca uno sconto, allora Groupon avrà molto valore e quindi Google giustamente lancia un’alternativa. Ma perchè si mobilitano tutti per farmi sapere sul cellulare che un negozio in cui ho fatto un checkin con Foursquare mi fa uno sconto per tornarci? C’è qualcosa sulle motivazioni intime delle persone che non credo si possa amplificare con le economie di scala, e cioè:
  6. Vendere agli amici. e col trucchetto degli sconti diventa: far comprare qualcosa agli amici, prendendo una percentuale.

Le alternative che fanno leva sugli utenti come “volano” principale del marketing devono essere supportate da un uso comunitario, che non viene spiegato come si auto-regolerà. In realtà proprio sembra che non gli importi nulla di che figura ci facciano gli utenti che propongono sulle loro bacheche di Facebook prodotti in vendita ai loro stessi amici e conoscenti. Perchè i vari Groupon e Foursquare dovrebbero farsi strada da soli col valore degli “sconti” che abilitano. Si tratta di “assorbimento” tra un network di persone che si comporta come una spugna. Se la tua offerta è troppo scomoda, non filtra, se la vostra offerta è buona allora tutti dovrebbero parlare di voi, giusto? Eppure non è così semplice. Non su internet almeno, e non nel mondo reale.

roba vera: chi lo sta già facendo che conosco io

  • ho visto alcuni post di Adam che mette un disclaimer sui suoi ricavi provenienti dai clic dei suoi amici su facebook, disclaimer contestuale. (ps. Adam lavora per Google).
  • io tolgo i soldi ai ricchi per farne sconti, ricavando da ogni transazione che “rubo” ai ricchi. Essere Robin Hood paga davvero? Lo saprò alla fine dell’anno
  • Matteo ha percentuali da affiliato sui prodotti che vende tramite articoli che scrive e posta anche su Facebook, cioè li da in pasto ai suoi amici.
  • Dropbox e Dreamhost hanno fatto mercato con i codici sconto da dare agli amici
  • Rescuetime ha fatto marketing coi codici di sconto via twitter
  • Livingsocial ha già 4 milioni di utenti (a quanto pare in pochi si fanno tutti i miei pensieri prima di chiedere ai loro amici di comprare qualcosa)
  • L’offerta di Amazon su Livinsocial ha fatto il botto.

Dove sta il valore per me? (cioè l’angolo della psiologia pratica nelle menate che penso tutti i giorni)

La domanda più famosa nell’inconscio di chiunque, diventa un’ossessione per chi lavora nel marketing. Perchè dovrei iscrivermi a Facebook? (considerato che la maggiorparte di chi non è iscritto pensa che sia una totale perdita di tempo, e considerato che chi lavora su Facebook, come Marco Massarotto per esempio, in mailing list oggi sosteneva che la maggior parte dell’utenza online mondiale è già su Facebook).

nei primi giorni di utilizzo dei voucher Amazon, una gran botta di ricavi, eppure i negozianti saranno contenti davvero? (il concetto di amici, legami forti, legami deboli e social network me lo devo ri studiare prof.!)

in due giorni mi sono arrivate due richieste di acquisto per il mio sito che recensisce arredo da ufficio, e ho una sola pagina dedicata agli sconti (sito che tra le parole chiave principali ha anche goatse, ricordiamolo). E faccio un miliardesimo di quanto farà Groupon. Comunque senza le spalle larghe, resta da lavorare sulla qualità del servizio all’utente, e sperare molto.

A riguardo ieri sono andato a un colloquio con un nuovo prospect, azienda nell’ecommerce dal 1996 che ammiravo 10 anni fa quando ho messo le mani la prima volta sul mouse per disegnare pagine web (in FrontPage, ve lo ricordate?). Loro hanno fatto della qualità l’unico strumento di marketing, e per 15 anni son rimasti a galla, senza però espandersi. Mi dicevano anche di essere tra i primi 100 clienti di BancaSella, che non vorrà dire niente oggi però sembra di far parte di una piccola parte di storia moderna.

Per chi inizia oggi la sua avventura invece, ho trovato Oscon, un forum spettacolare per chi vuole aprire la partita Iva. ci fosse stato 3 anni fa! Quanto tempo avrei risparmiato e che persona migliore sarei oggi!

Per concludere 2/3 del team sono concordi: A boy and his dog ha il finale più epico mai visto nella storia del cinema. 2/3 del team non possono sbagliare.

Assunzioni SEO. Oltre il duello, c’è un cambiamento di sesso in atto*

2 sec tempo limite della finestraAppurato che senza contenuto fresco un post non esiste per i motori di ricerca e neanche per i lettori:

vado di news violenta: Alle non cel’ha fatta.

Mi ha appena scritto in chat che alla celebre azienda quotata in borsa gli “faranno sapere”, che come sappiamo significa che col suo CV si puliranno il culo. Avendo quindi decretato che “forse non lo sai ma questo è un 2 di picche” abbiamo iniziato a programmare i prossimi 30 CV da spedire (secondo la regola dei 30 CV) ed essendo due con molta voglia di fare internet, abbiamo anche iniziato a fare paragoni tra il mondo femminile e il mondo aziendale. Il discorso scaturito dal rifiuto aziendale non esplicito appura che:

la causa del rifiuto era già dentro di te, e non hai fatto niente per evitare l’evitabile

la chat integrale:
Alle: però è come con le tipe, non ti dicono dove hai sbagliato
simo
: vero! è una continua lotta “nel buio” a volte bisogna prendere una direzione precisa, e purtroppo la raccolta dei dati fa già parte dell’analisi dei dati, cioè la direzione che si prende fa già parte di una “idea” che abbiamo del mondo ad esempio, se mi comporto da stronzo perchè tanto tutte le tipe son troie, 100% di possibilità di trovare solo troie, infatti quelli che alla fine hanno più probabilità di essere contenti son quelli che provano a cambiare direzione all’analisi iniziale. però è difficile ri-ciclare parti diverse di se stessi ogni volta  sembra che si debba essere una persona diversa ogni volta che si vuole fare qualcosa di sensato.
A volte bastra trovare un nemico da combattere, per esempio ho scoperto che se mando cv una volta ogni tanto (come sto facendo adesso) non concludo un cazzo va proprio fatta una giornata ( o meglio due o tre) a fare solo quello, come se mandare CV fosse un mestiere, poi ognuno lo spedivo diverso dal precedente, cercando di capire “a naso” cosa fosse meglio o peggio, ad esempio ho capito che è molto meglio lavorare sul mistero. piuttosto che sulla sincerità totale, tipo il lavoro in hotel è molto meglio se non lo accenno, perchè lo guardano e non sanno capire che anche quella è stata roba utile, lo guardano e pensano “uh che poca professionalità, hai cambiato settore!”
Alle:
già anche nell’istruzione, se scrivi che hai una laurea, ok gran sgaso. se scrivi “ho letto questi libri e li ho capiti”, sei uno sfigato

simo: solo che se ci limitiamo a cercare tra quelle persone che sanno “capire” che magari una ricerca del “senso” alla fine premia, ci riduciamo a cercare tra il 1% della popolazione e i cv da 30 diventano 3000 (cioè 30×100) e allora 3000 cv non riescono fisicamente a spedire, e l’unica speranza resta fare la “propria” storia, con i nostri clienti, i nostri ricavi a volte scarsi, i nostri sbagli.

#AmicidiAmici/Pubblicità: se hai bisogno di uno smanettone in-house che ti curi video, audio ed edizione di contenuti sensati Alessandro potrebbe essere proprio la persona che cerchi, perchè è molto motivato (da quando scarseggiano i soldi).

Una mancata assunzione di un amico comunque non è una news per il motore di ricerca, che se ne sbatte dell’amicizia e anzi, fa in modo di valutare “meno” i link di chi è già “amico” a priori e fuori dal web (questo secondo la mia esperienza).

Se uno volesse fregare il motore di ricerca (e in parte quindi anche i lettori, e i cacciatori di teste che leggono CV tutto il giorno), teoricamente il contenuto non deve essere solo geo-temporalizzato e depersonalizzato, deve anche essere pertinente ai micro-universi delle vite di chi sta leggendo.

Per esempio: Oggi è la vigilia di Natale. Questo dovrebbe far capire agli umani che anche io faccio parte del loro pianeta. Per i motori di ricerca dovrebbe pensarci il micro-formato che ho messo nella data del post. Però devi infilarti in una nicchia di necessità pre-esistenti alla nascita del post per far si che venga letto (cioè che esista). Cioè per esempio dovrei decidere che con questo post punto ad attrarre i cacciatori di teste con molta voglia di leggere beghe personali, perchè magari non sono solo cacciatori di teste, sono anche capi di aziende che fondano la fiducia sul lavoro sull’esistenza di un rapporto interpersonale tra membri dello staff.

Questo è vero sia quando offri servizi professionali, sia quando stai scrivendo un contenuto. Il fatto che abbia deciso nei miei post di perdere ogni “forma” è solo conferma di una ricerca in campo da anni.

La scrittura online è in continuo movimento

Scusa, che noia di h3, volevo solo dire che domani potresti non trovare più queste stesse parole (motivo per cui anche Wikipedia non è credibile se usata per unità di tempo “brevi” e diventa invece una sorgente di informazioni credibile se monitorata correlando gli edit alla storia degli editor, cioè districando a “mano” le influenze dei conflitti d’interesse, quello che un giorno sarà un mestiere anche digitale e non solo politico o giuridico).

i SEO non sono contenti

Da anni il mestiere di SEO è in discussione ogni 3 mesi, in una specie di accettazione placida della costante ri-trattazione dei termini del contratto che non abbiamo mai firmato. Tra tecnici sen’è parlato al seo camp anche quest’anno, e tra gli altri oggi anche Rand presenta la sua variazione sul tema “il seo è morto“:

to call us “SEOs” is less empowering and more limiting than in the past

e Rand non sarà un guru, ma non è neanche l’ultimo degli stronzi. Dal punto di vista grammaticale invece lo scontro tra i sostenitori del femminile (LA SEO) e del maschile (IL SEO) è una costante immutabile, quasi quanto la differenza politica tra progressisti e conservatori in America.

cioè: la gente se ne sbatte.

Io che sono un tecnico però è da cinque anni che mangio solo grazie al SEO e grazie ai tanti fantastici clienti trovati col tempo, mi accorgo che ora questi clienti stanno diventando più amici che clienti, cioè stanno finalmente considerando il SEO per quello che è: una spezia importante nel grande minestrone dell’internet marketing.

nerdgrannySe non hai la spezia importante, ma hai un sacco di minestrone, i clienti mangiano lo stesso. Se hai un sacco di minestrone buono più la spezia importante, il tuo minestrone piace a tutti.

L’arroganza dei lettori

A parte che su internet non c’è più nessuno che legga dall’inizio alla fine un concetto (non c’è tempo), non è nemmeno possibile lasciar esprimere un’idea buona perchè il lettore vorrebbe averla avuta prima. Non c’è la quiete che permette ai libri di carta, non interattivi, di essere letti e poi lasciati sedimentare (anche nei conti in banca degli scrittori). Qui una volta era tutta campagna!

quando su google o yahoo cerco “SEO” come parola chiave, con questo sito per un paio d’anni sono apparso stabile in 5° posizione media (cioè oscillando dalla ottava alla terza), e (lo ammetto) ne facevo una motivazione d’acquisto spiegando ai miei clienti che il mio lavoro lo sapevo fare così bene che tenevo dietro anche buona parte dell’industria italiana dell’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Nell’ultimo anno tanti aggiornamenti si sono accumulati nell’algoritmo di posizionamento (senza scomodare l’introduzione di facebook tra i link rilevanti e la dichiarazione ufficiale del click through tra i 400+ fattori di ordinamento più o meno conosciuti di Google, se non avete capito una sola parola degli ultimi due paragrafi vi propongo le mie mini guide, grazie Ale per la segnalazione, e grazie per essere un prode utilizzatore del SEO al maschile).

Scherzi a parte, allora maschile o femminile?

ti cito alcuni esempi di acronimi con relativi sessi dall’uso comune

  • LA ENI (Ente Nazionale Idrocarburi, Ente è maschile, l’acronimo femminile)
  • LA ADMO (l’Associazione Donatori di Midollo Osseo, conserva il sesso della sigla)

le sigle in alcuni casi hanno un sesso indipendente dal sesso della spiegazione completa dell’acronimo. E chi decide il sesso di una parola nuova? La massa critica di utenti che ne impongono l’uso nella lingua corrente. E cosa decide la massa critica dei SEO sul sesso del loro mestiere? Ce lo si chiedeva anche l’anno scorso.

seo sex serp in italy

I portatori sani di SEO maschile scarseggiano, mentre i sostenitori del femminile sono tutti non pervenuti. Fatevi sentire amici finiti in coda lunga!

1%

ieri Gianni (qui il suo ennesimo esperimento) mi diceva che al suo post in bacheca hanno risposto 2 commenti interessanti su 20 commenti inutili, sul totale di 800 “fans”. 2 commenti interessanti? sono un universo intero. Hai voglia a lamentarti! Con un commento contestuale oggi sui blog sei già ricco.

Links di oggi (alla faccia del Natale personalizzato)

Gli sponsor di questo post

questo post vi è stato offerto da quel genere di persone che leggono il CV e poi ti telefonano prima di farsi un’idea su chi tu sia, e da Alle che sono anni che ci prova e prima o poi ce la farà alla grande.

Domanda Pre-Natalizia: Che differenza c’è tra Prenditori di lavoro e Imprenditori? I prenditori di lavoro mangiano da soli a Natale, gli imprenditori mal che vada mangiano con le famiglie.

coerenza

Ma se abbiamo già lavori soddisfacenti, perchè continuiamo con la regola dei 30 CV? Con questa domanda quest’anno in Svezia mi hanno fregato.

*il titolo è una citazione del Quinta, quando parlava di cambiamento di sesso degli operatori telefonici USA.

PS. se vuoi saperne di più su come stanno andando i miei colloqui SEO nel video su youtube c’è qualche info.